Ceccon e staffetta mista. Ecco gli eroi definitivi dell'Italnuoto da record

Chiude la piscina con altri due trionfi, 4 argenti e 1 bronzo. Il segreto? Una "catena"

Ceccon e staffetta mista. Ecco gli eroi definitivi dell'Italnuoto da record

C'è l'Italia e poi il resto d'Europa. Tredici ori, tredici argenti e nove bronzi, per un totale di trentacinque medaglie: sono le cifre di un dominio assoluto. Il nuoto azzurro di corsia ha vinto, anzi stravinto il medagliere della rassegna continentale di Roma 2022. Un fatto mai accaduto prima. Un'estate trionfale per le discipline acquatiche, che ora guardano con fiducia verso le Olimpiadi di Parigi 2024, dove si cercherà di vincere quell'oro sfuggito a Tokyo 2020.

Ieri, nella giornata di chiusura di questo Europeo iniziato sotto le note dell'Inno di Mameli e concluso allo stesso modo, sono arrivate altre sette medaglie dalla «piscina più bella del mondo»: due ori (Ceccon nei 100 dorso e la 4x100 mista), quattro argenti (Deplano 50 stile, Razzetti 200 misti, Quadarella 400 sl, Pilato 50 rana) e un bronzo (Cusinato 200 farfalla). «È stata una stagione straordinaria, bellissima» commenta Cesare Butini, direttore tecnico di una Nazionale mai così vincente, che analizza il momento d'oro dell'Italnuoto. «Anche in una stagione lunga e complessa, la squadra ha sempre risposto in maniera eccezionale. Dai campioni alle seconde linee, se vogliamo chiamarle così. Sono felice perché questa squadra ha due trazioni: da una parte i più esperti, dall'altra i giovanissimi che incalzano i più esperti. È una grande Italia».

Il miglior Europeo di sempre, comunque, non è arrivato per caso. Se siamo la terza potenza del mondo nel nuoto dopo Usa e Australia e la prima del vecchio continente ripetiamo - non può essere un caso. «I complimenti vanno girati alla squadra, ai tecnici, allo staff sanitario, a tutti i tecnici a casa e alle società», chiosa Butini. Perché se è vero che non abbiamo il bacino d'utenza o gli impianti super attrezzati degli Stati Uniti e neanche la tradizione dell'Australia, abbiamo un sistema alla base che funziona. Ma che ha sofferto come non mai la pandemia, con le piscine chiuse e i costi triplicati per la crisi energetica... eppure non molla. Come i suoi campioni che, rispetto a trent'anni fa, non soffrono più quel senso di impotenza al cospetto delle altre Nazioni del pianeta. Se nel Mondiale romano del 2009 soltanto due donne, la Pellegrini e Alessia Filippi, riuscivano a salire sul podio, tredici anni dopo si finisce quasi per perdere il conto dei nostri nuotatori che finiscono a medaglia, tra l'altro ci riescono in tutti gli stili. Ma qual è il segreto di quest'Italia fenomenale del nuoto? Potremmo riassumere in tre parole: organizzazione, programmazione e coordinamento. Il presidente della FIN Paolo Barelli la definì una catena che va su e giù e coinvolge tutto il sistema.

Un sistema che i media stranieri iniziano a studiare, come un modello vincente da cui imparare. Ed infatti, c'è la fila di nuotatori che vuole venire ad allenarsi in Italia, in uno dei centri federali, che sia ad Ostia o a Verona. Chi lo avrebbe detto tanti anni fa...

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