Conte, il Napoli e l'effetto Tafazzi della puntata unica

Antonio corre solo per lo scudetto. La Dea invece...

Conte, il Napoli e l'effetto Tafazzi della puntata unica
00:00 00:00

«Mettiamo in preventivo che una sconfitta ci può stare». Riletta all'indomani dello scivolone interno con la Lazio, la frase di Antonio Conte ha il buon senso di chi sa che una deviazione sul percorso non cambia la destinazione.

Il problema, semmai, è che quella frase l'aveva pronunciata per giustificare lo 0-3 con l'Atalanta. Solo che poi il Napoli in 3 giorni ha perso due volte anche con la Lazio tra Coppa Italia e campionato, venendo spodestato dalla vetta occupata per 9 giornate consecutive.

Chi si aspettava un ciuccio al galoppo davanti a tutti, come fu ai tempi di Spalletti, ora si trova con i conti che non tornano. Dea avanti di 2 punti sugli azzurri, Inter, Lazio e Fiorentina un punto dietro: tutte squadre che giocano le coppe, tutte squadre che hanno dimostrato di poter risucchiare Conte fuori dalla zona Champions, lui che invece gli infrasettimanali europei è costretto a guardarli solo in tv.

Sta a vedere, insomma, che sapere di affrontare il Real Madrid (come farà stasera il Gasp) induca ad alzare l'asticella anche in campionato. Dove Conte non si sente affatto a disagio nell'indirizzare la totalità dei propri sforzi: scuola di pensiero (3 scudetti con la Juve, 1 con l'Inter, 1 Premier con il Chelsea) confortata dalla statistica di una carriera senza successi continentali. Certo, il Napoli con il tricolore sul petto ha chiuso lo scorso campionato decima a -41 dall'Inter scudettata, ma scegliere Conte a 6,5 milioni l'anno (mercato estivo trattenendo Kvara, con in più Buongiorno, McTominay, Neres, Gilmour e il prediletto Lukaku) non esime il Napoli a puntare al bersaglio grosso. Dopo l'1-1 in casa Inter, la diplomazia di Conte era stata tradita dall'orgoglio di rivendicare che «in 3 trasferte con 3 top club abbiamo preso 5 punti», riferendosi anche al pari in casa Juve e allo 0-2 sul Milan. Se Conte veste i panni del tecnico vecchia maniera che punta tutto su un obiettivo, il suo Napoli asseconda il credo per cui in Italia vince chi ha la miglior difesa (partenopei primi con Juve e Fiorentina).

Ma la classifica di A sta dicendo anche che l'Europa, più che togliere, dà: i fischi a Lukaku dopo

la Lazio raccontano non solo delle difficoltà del belga, ma anche di un Napoli che sin qui ha nettamente il peggior attacco delle prime 7. Quelle che corrono in Europa e che rischiano di farlo di più anche in campionato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica