Conte a peso d'oro, ma dove va rifà la storia

Dalla Juve al Chelsea all'Inter: arriva, vince e lascia una mentalità vincente

Conte a peso d'oro, ma dove va rifà la storia

Lo Special One. Il Normal One. L'aggiustatore. Il normalizzatore. El Cholo. Prima ancora il Mago, il Barone, l'Hombre vertical. Tanti i soprannomi e gli epiteti più o meno buffi affibbiati agli allenatori. E Antonio Conte? Finora non ne ha uno tutto suo ma, visto il suo curriculum, potrebbe diventare il vincente. Anche se a guardare meglio forse sarebbe più indicato il pioniere. Già perché il neo tecnico del Tottenham, tra le altre, ha una caratteristica peculiare.

Che vinca è chiaro a tutti. I risultati parlano chiaro. Alla Juve, al Chelsea, all'Inter. Si dirà: aveva grandi squadre. Vero ma solo in parte. Perché quelle grandi squadre non vincevano da un bel po', prima di lui. Eppure hanno vinto anche dopo di lui. In bianconero ha dato il via al ciclo di Massimiliano Allegri, prendendo una Signora triste e sconsolata e tracciando una strada di successi. Ai Blues di Londra ha lasciato il testimone a Sarri, che ha vinto il suo primo trofeo della carriera, e poi ha visto il Chelsea trionfare in Champions lo scorso anno. I tifosi dell'Inter si augurano che Simone Inzaghi ricalchi quanto fatto da Conte nella passata stagione in cui ha riportato lo scudetto ai nerazzurri. Unica eccezione, la Nazionale: dopo di lui, che tanto bene aveva fatto pur con una selezione senza particolare talento, il deserto chiamato Ventura.

Vince, ma soprattutto traccia un solco. Ecco perché il Tottenham, ricco di denari ma povero di risultati, lo ha scelto. Vincere ma soprattutto aprire un ciclo. Cambiare la mentalità. Dettare la linea. «Sono estremamente felice di tornare ad allenare, e di farlo in un club di Premier League che ha l'ambizione di essere di nuovo protagonista» ha detto Conte, spiegando di aver rifiutato gli Spurs a inizio stagione perché «il rapporto con l'Inter era ancora troppo recente ed emotivamente troppo coinvolto con la fine della stagione». Ora l'offerta di circa 18 milioni di euro fino a giugno 2023 lo ha convinto, così come la promessa di una faraonica campagna acquisti già da gennaio con tanti giocatori nel mirino, anche della nostra serie A. Kessiè e Vlahovic su tutti ma sono possibili offertissime anche per Brozovic e magari Barella, suoi pallini in nerazzurro.

Lui che dà tanto ma pretende anche di più e ha bisogno di qualche pretoriano per arrivare al suo scopo. Risultati e contrattoni dicono che ha ragione, lui fa quella roba lì: vince e fa il pioniere. Ora ci proverà anche al Tottenham. L'ennesima sfida.

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