La gioventù azzurra c'è e promette di crescere in modo sano. Basta dare un'occhiata a qualche giovanotto appena sbocciato nel giardino di Ventura ct per scommettere sul futuro: si può partire da Donnarumma entrato nella ripresa con la benedizione apostolica di Gigi Buffon per finire all'eleganza di Romagnoli e alla coppia degli attaccanti un tempo allievi del ct, Belotti e Immobile. Ma la gioventù non è il lasciapassare verso la gloria e nemmeno verso il mondiale da guadagnare in un girone complicato dalla presenza della Spagna razza padrona. Serve anche la voglia e nemmeno questa fa difetto all'Italia vista ieri sera a San Siro, dinanzi a una platea di nobili figure del passato (Rivera, Van Basten), che non intende derubricare l'amichevole con la Germania a fastidioso impegno e anzi, dopo aver patito troppo, nella prima frazione, il palleggio, diciamolo pure il tiki taka di Low, nella seconda parte si distingue per corsa e generosità. E allora cosa serve a questa Nazionale che vive una stagione di mezzo, tra la vecchia guardia che non si arrende ancora e la nuova generazione? Serve semplicemente, verrebbe da dire, il talento, un goccio di genio applicato alle grandi energie spese e magari anche la fantasia, qualità che furono un tempo le risorse del calcio di casa nostra.
Conte, e ci scusi Ventura se osiamo riproporre il paragone, provvide in altro modo a sostituire quel deficit allarmante, durante l'europeo, con una organizzazione rigorosissima, con una ferocia mai vista prima e bastarono quelle caratteristiche per far guadagnare agli azzurri una simpatia mai incassata nelle precedenti occasioni. Bisognerà forse attendere che Verratti, ieri sera assente, diventi qualcosa di più e di meglio del ragazzo di bottega promosso a regista dei nostri giorni. Forse bisognerà attendere che Bernandeschi scelga con prepotenza il proprio ruolo per chiedergli e ottenere quelle giocate che si intravvedono in qualche circostanza per poi sparire all'improvviso.
Di questo c'è bisogno e di sicuro può aiutare Ventura e il suo viaggio verso la Russia non certo quella richiesta di anticipare a Ferragosto l'inizio del prossimo torneo, semmai il coraggio visionario di qualche allenatore di casa nostra alle prese con ragazzi dotati scavando loro lo spazio necessario per arrivare ai confini della Nazionale. Prendete Donnarumma che è un autentico caso se nei prossimi mesi il Milan dei cinesi non sarà capace di rinnovargli il contratto e di mettere al sicuro la sua straordinaria precoce bravura.
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