Curva in sciopero, Garcia: «A Roma è dura...»

Il francese scopre che in Italia si astengono dal «lavoro» persino gli ultrà. «Presto la Juve risalirà»»

Non è scemo Garcia, lo sa che la Juve è sempre la Juve. E siccome in Italia non giocano Barcellona, Real e Bayern salirà piuttosto velocemente. Lui, almeno, non ha dubbi. Ecco perchè se proprio deve sceglierne una di concorrente per lo sudetto prende sempre la vecchia signora. Ma ci sarà tempo per rivederla. Intanto c'è da sbrigare la pratica Empoli questo pomeriggio in un Olimpico con una Sud ostile e in sciopero. A lui, certo, non cambia la vita se qualche tifoso si presenta mezz'ora in ritardo. Ma deve fare la parte di quello che gli dispiace tanto. Un po' come al presidente Spallotta. «Ovviamente soffriamo tutti per questa situazione, spero si risolva ma io penso a giocare...». Questione chiusa.

In settimana Conte aveva parlato bene della Roma e di Roma, Garcia fa un sorrisetto: «Già. Però quando era alla Juve ci punzecchiava e io facevo lo stesso. Lui è un grande allenatore che sta facendo bene con la Nazionale». E che potrebbe fare bene anche sulla panchina giallorossa in caso Rudi decidesse di andare o se la nazionale facesse flop in Francia. Cambia tono: «Qui a Roma non è facile per nessuno, serve vincere, altrimenti si lamentano tutti. Lo ha detto l'altro giorno pure Spalletti, non è così che si costruiscono le vittorie».

E passiamo all'infinito capitolo infortunati. «Strootman sta bene, non l'ho mai visto così da dopo il primo infortunio, è sereno e sta lavorando. Ci vuole tempo, dobbiamo lasciarglielo».

Quando a Castan il tecnico fa un'analisi precisa: «Vista l'assenza di Keita non possiamo giocare sempre con De Rossi in difesa, altrimenti a centrocampo mancherebbe un regista. Avremo bisogno di Castan e Rüdiger in queste sette partite fino alla prossima sosta. Il suo momento arriverà». Speriamo.

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