Poco più di un mese sulla panchina giallorossa e già il primo bivio della stagione. Daniele De Rossi di gare europee da giocatore ne ha fatte tante (98 con 13 reti segnate nelle 18 annate con la maglia della Roma), anche se nella Coppa Uefa/Europa League non ha mai superato gli ottavi. Ora da allenatore - con tanto di endorsement dell'ex compagno e ora suo calciatore Cristante («quella della società poteva sembrare una scelta azzardata, invece si sta rivelando giusta») - è chiamato a regalare alla sua squadra la qualificazione davanti ai propri tifosi: alle 21 (Sky, Dazn, TV8) Olimpico con 67mila spettatori, record di presenze.
«La formazione contro il Feyenoord? Sceglierò chi penso mi farà vincere la partita». Tra questi Dybala e Lukaku, ovvero i big che possono fare la differenza nelle partite che contano: il primo spazzò via da solo gli olandesi nella passata stagione con un bellissimo gol, il secondo ha nel palcoscenico europeo il giardino di casa (sei gol nelle sette gare stagionali giocate in Coppa, l'ultimo a Rotterdam nella gara di andata di giovedì scorso).
«Quando analizziamo il rendimento dei giocatori bisogna andare al di là del gol, sono contento di quello che stanno facendo, di certo dovremo passare il turno con o senza i loro gol», dice De Rossi della LU-PA.
Il loro futuro a Roma resta incerto: la Joya, che sogna un giorno di giocare con Messi, ha una clausola rescissoria molto bassa e per il riscatto dal Chelsea di Big Rom servono 43 milioni. Cifra che senza il Decreto Crescita e gli introiti della Champions sono insostenibili per la Roma.
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