Prima leader in campo, oggi rivelazioni in panchina. E simboli degli allenatori italiani di nuova generazione, con l'obiettivo Champions da centrare. Daniele De Rossi e Thiago Motta si stimano e sono amici sin dai tempi in cui vestivano insieme la maglia azzurra (chiusero insieme nell'Europeo 2016 con la staffetta durante la gara con La Germania, persa ai rigori e fine dell'avventura in Francia della Nazionale insieme all'addio di Conte ct). La sospensione della gara di Udine - che ha reso impossibile il possibile sorpasso in classifica della Roma sul Bologna - e il derby milanese hanno tolto un po' di pathos alla sfida dell'Olimpico. Di sicuro, assisteremo a una sfida bella e affascinante. Aggettivo, quest'ultimo, da De Rossi per descrivere l'avversaria di oggi. Con il collega del Bologna che ammette di avere «una grande ammirazione» per il tecnico dei giallorossi.
Percorsi diversi quelli di DDR, un quasi neofita della panchina, e dell'italo-brasiliano, arrivato a risultati importanto dopo la gavetta iniziata con i giovani del Psg. Ora si ritrovano da protagonisti in campionato: De Rossi che ha rianimato la Roma che a gennaio sembrava in ginocchio, Thiago che sta riportando il Bologna a disputare una Coppa europea dopo 25 anni. Quasi coetanei (un solo anno di differenza) non amano la definizione di «predestinati» perchè si sono conquistati i rispettivi ruoli con il lavoro.
Il romanista polemizza con stile sul recupero deo 20 minuti finali con l'Udinese («la Lega ha sempre dimostrato attenzione alle squadre impegnate in Europa, strano non l'abbi fatto stavolta, e sulle frasi di Lotito ricordo il tweet laziale di vicinanza a
Ndicka alle 20.42 di domenica...»), il bolognese sottolinea come «la Champions non è una ossessione per noi» e che comunque all'Olimpico «sarà una super partita». Nelle sei sfide da giocatori, bilancio in parità assoluta.
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