DIARIO ROSA

nostro inviato a San Pellegrino

Un giovanissimo toscano vince lo sprint ristretto e si porta a casa la prima tappa rosa della carriera. È la stessa storia del giorno prima, a Tirano: bisogna solo sostituire il nome, là Ulissi, qui Capecchi. In Valtellina il compagno di Scarponi, a San Pellegrino il compagno di Nibali. Corsi e ricorsi, intrecci e coincidenze, tutto fa brodo per una causa nazionale che finalmene ci sorride: piccoli azzurri crescono.
Capecchi non ha i 21 anni di Ulissi, ne ha 24 e ne ha buttati almeno 3 per capire cosa fare da grande, ma adesso sembra aver imboccato il percorso giusto. Nella tappa supersonica dalla Valtellina alla Val Brembana, è bravissimo a buttarsi nella fuga giusta che nasce sull’acciottolato di Bergamo Alta, quindi a infilarsi nel terzetto che alla fine si gioca la tappa. Perfetta la volata davanti all’orobico Pinotti, che darebbe l’anima per vincere nel suo mandamento, e al belga Seeldrayers. I grandi a seguire, senza farsi del male. Il bilancio di giornata, oltre che sorridere al Giro con un altro pieno di folla sulle strade, sorride soprattutto al ct Paolo Bettini, in vista di un futuro nazionale che ha disperato bisogno di nomi nuovi e forze fresche. Ulissi e Capecchi erano già nel suo mirino, adesso sono anche sul suo taccuino.
Per l’occasione storica, Capecchi s’inventa un modo tutto suo di festeggiare: prima taglia il traguardo salutando come Cetto Laqualunque, il politico cialtrone del suo idolo comico Antonio Albanese, quindi si sdraia sul selciato e ringrazia il Cielo. Così giovane, si rivolge in lacrime verso lassù con una dedica antichissima, come facevano una volta in gruppo, come s’è sempre fatto e come sempre si farà: «È una vittoria per il mio nonno Espartero e per il mio cuginetto Rudy, che non ci sono più e che mi mancano tanto. Rudy era malato di fibrosi cistica, mangiava solo con me, era il mio primo tifoso. Spero stia sorridendo, ovunque si trovi».
Da un paio di giorni è il Giro della Giovine Italia, ma resta pur sempre il Giro di Contador. La maglia rosa riceve in corsa la notizia che sposta a dopo il Tour la sentenza del Tas sul caso di doping all’ultimo Tour. Dirà poi: «Resto ottimista. Quando la verità è dalla tua parte, puoi stare sereno». Qualcuno s’avventura a chiedergli se in caso di condanna restituirà la maglia rosa. La risposta è sibilante come le sue scalate: «Sono cose non meritano nemmeno un attimo del mio tempo». Inutile anche chiedergli se dunque andrà al Tour: «Fino a domenica, ho in testa soltanto una cosa: la maglia rosa. Non parlatemi d’altro».
La concentrazione è massima, perché dopo la tappa di medio cabotaggio prevista per oggi si va dritti al finale clou: domani Colle delle Finestre e arrivo al Sestriere, domenica cronometro a Milano, orrendamente mutilata per motivi elettorali. Contador finge d’essere molto partecipe, ma è chiaro a tutti che la sua massima attenzione sarà dedicata agli accidenti tecnici e alle cadute. Altre grane non ne ha. Il discorso riguarda molto di più Scarponi e Nibali, che si giocano i posti sul podio accanto a sua Invincibilità. Nibali è piuttosto scocciato perché la sua briscola, la cronometro finale, è accorciata di 5 chilometri (da 30 a 25). Recuperare 47” in un tratto così breve non sarà facile.

I calcoli gli impongono di puntare molto sulla discesa da brivido dal Colle delle Finestre, anche se Scarponi non sta tranquillo nemmeno per la salita: «Qui fingiamo che Nibali sia solo un grande discesista. Io non dimentico però che sullo Zoncolan mi ha staccato». Il duello è aperto. È solo un duello per il secondo posto, ma è un secondo posto dietro Contador, molto più di un numero uno.

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