Non si può guardare al domani senza voltarsi indietro. Lo impone il presente. «Il Napoli era fortissimo lo scorso anno ed è fortissimo anche oggi» sottolinea il ct azzurro Spalletti, da ieri napoletano doc per aver ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Manfredi. Lo applaude De Laurentiis, seduto in prima fila ed è chiaro che il pensiero va lì, alla sfida di oggi contro la Juventus, che dirà se i campioni d'Italia sono ufficialmente fuori dalla lotta scudetto. O se, come sostiene Mazzarri «riusciamo finalmente a prendere pochi gol in ripartenza. Il Napoli deve avere equilibrio, giocare bene contro i bianconeri serve a capire se abbiamo fatto certi progressi in fase difensiva».
Il problema dei campioni d'Italia è soprattutto lì dietro e Mazzarri lo sa bene: troppi gol subiti e quasi tutti allo stesso modo. «Nel calcio l'anima conta molto, i calciatori ce la stanno mettendo tutta, abbiamo appena iniziato un nuovo percorso. Qualcosa si è visto nel primo tempo contro l'Inter, l'importante è avere voglia di non soccombere. C'è tanto lavoro da fare, iniziamo a recuperare gli infortunati e a vincere. Osimhen sta meglio ma non è al top, per reggere 90' come dico io occorre ancora qualche settimana: a fine mese, se la società mi darà ascolto, dirò cosa eventualmente si potrebbe fare per l'immediato futuro».
Intanto qualcosina va cambiata, Kvara più centrale ad esempio. «Serve lucidità sotto rete, massima concentrazione e tanta compattezza. Se hai vinto lo scudetto, è normale che i tuoi giocatori più rappresentativi vengono raddoppiati e triplicati. Dobbiamo essere bravi noi a trovare valide alternative. E poi la fortuna, non guasta mai quella». Magari arbitri più attenti? «Il vecchio Mazzarri è in pensione, mi sono fermato per rigenerarmi. Non parlo più degli arbitri».
Pure Spalletti vedrà la sfida di Torino, chissà se con un pizzico di nostalgia. «Sono andato via anche per preservare la bellezza dello scudetto ma Napoli mi è entrata nel cuore, ho un legame magico con la città, forse un giorno prenderò casa qui, mi sento official scugnizzo».
Finale cinematografico con il presidente e i flash che immortalano l'abbraccio tra i due sette mesi dopo il trionfo e l'addio: «Caro Luciano, adesso sei napoletano, non tirarti più indietro. Per cui, quando Napoli ti chiamerà, non potrai dire di no». Presente e futuro che si rincorrono.
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