Pioli out, Fonseca in

Divorzio morbido fra Milan e allenatore, ma ora il futuro è ad alto rischio: il successore è il portoghese. Cardinale come Elliott quando scelse Giampaolo

Pioli out, Fonseca in
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Non si amano più ma continuano a volersi bene e a rispettarsi. Succede nella vita coniugale, succede anche nel calcio. Manca la definizione tecnica contrattuale ma la sostanza è questa. Tra Milan e Stefano Pioli finisce con un comunicato congiunto che non illustra la formula ma annuncia l'avvenuta separazione con reciproci attestati per testimoniare il grado di riconoscenza nei confronti del tecnico e in particolare dell'uomo. «Ac Milan e Stefano Pioli comunicano che nella prossima stagione non proseguiranno insieme intendendo interrompere il rapporto professionale che li lega da ottobre 2019»: questo l'incipit della nota ufficiale del club che racconta l'addio del tecnico campione d'Italia due anni fa, idolo della sua tifoseria con il famoso inno Pioli is on fire che scandì tutta l'estate rossonera. Tutto o quasi dimenticato e cancellato dai due campionati successivi, dai sei derby persi e in particolare - risultato questo decisivo per la decisione attuale - dall'eliminazione in Europa league. Per adempiere alle formalità di rito (incontro in sede e firma dei documenti), la conferenza-stampa convocata per ieri mattina, è stata annullata. Conosceremo stasera, dopo la chiusura con la Salernitana, il virgolettato di Pioli. Per addolcire l'addio, il Milan ha preparato una lettera di un tifoso virtuale firmata dalla comunicazione (che, tra i commenti, ha ricevuto quello di un collaboratore del tecnico, Luciano Vulcano, che ha firmato una frase chiave: «Ce lo hai insegnato tu, succede solo a chi ci crede». Oltre alla lettera, il club ha diffuso un video che parte dalla festa di Reggio Emilia per ricordare lo scudetto «indimenticabile». Il primo a scrivergli «grazie» è stato Theo Hernandez.

Da domani si apre per il Milan una nuova stagione tra tensioni vistose (i social ostili) e rischi evidenti (strappo con la tifoseria). Perché il prescelto per succedere a Pioli è Paulo Fonseca, portoghese, proveniente dal Lille, reduce dall'esperienza poco esaltante avuta con la Roma. Non sarà annunciato nemmeno la prossima settimana, a campionato finito: Furlani e Ibra seguiranno infatti il Milan in Australia per l'amichevole con la Roma dedicata alla memoria di Di Bartolomei. Se ne riparlerà a giugno nella speranza - vana - che si calmi l'onda della contestazione. La mossa del Milan targato RedBird ricorda quella del Milan targato Elliott con Marco Giampaolo: fu il debutto della coppia Boban-Maldini, accolto persino con enfasi («il maestro») grazie alla fiducia riscossa dai due responsabili dell'area tecnica. Dopo 7 turni, Boban capì l'antifona e decise di liquidare Giampaolo passando a Pioli dopo aver inutilmente chiesto a Spalletti di liberarsi dal contratto con l'Inter.

Qui nemmeno la sagoma di Ibra sembra alimentare un qualche entusiasmo. Confermato il no, ideologico, al tecnico italiano: Conte sarebbe stato l'ideale, il galvanizzatore della piazza. Non lo hanno mai preso in considerazione. Il rischio è quello appunto di ripetere l'esperienza Giampaolo.

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