Paolo stava appoggiato, tranquillamente, a una delle colonne in marmo chiaro del salottino, alla casa del Baron, sede del ritiro azzurro a Pontevedra. Erano giorni non ancora tumultuosi, la nazionale stava crescendo ma la nostra truppa di inviati non ce ne eravamo accorti. Argentini e belgi si erano fatti raggiungere da mogli, fidanzate, amanti varie, era uno dei temi pruriginosi da mettere in pagina. Ci ritrovammo in tre, un collega del Corriere della Sera, uno de Il Giorno e il sottoscritto. Domandai a Paolo se non sentisse, lui come gli altri suoi compagni, la necessità di rivedere parenti e affini. Rossi fece una smorfia: «No, per noi non è un problema, stiamo bene assieme, io e Toni (Cabrini) abbiamo un buon rapporto, in camera parliamo di tutto, abbiamo un'intesa totale». Feci una battuta goliardica: «Ho visto Toni camminare sculettando...» e il collega del Corriere: «L'ho visto anche mettersi il rossetto sulle labbra...». Risate forti, immediate. Il giorno appresso, su Il Giorno, il terzo presente aveva scritto dell'intesa totale dei due azzurri, il totale e l'intesa andavano interpretati. Così fecero i cronisti brasiliani che entrarono a piedi uniti sull'argomento: Italianos maricones perdidos, tradotto italiani omosessuali persi. Ci furono allora tumulti fra gli azzurri, la battuta goliardica diventò il pretesto per provocare il silenzio stampa, già alimentato dalle proteste di onorevoli e senatori che chiedevano chiarimenti sui premi esentasse per i nostri calciatori.
Anche in quell'occasione, Paolo non urlò, non strillò contro il responsabile di quell'articolo e contro gli altri due cronisti presenti, confermando la sua educazione, il suo equilibrio e, comunque, un disagio tenuto sotto controllo. La storia fu argomento, negli anni successivi, di altre battute, Paolo si divertiva a ricordarla, anche perché fu la vitamina per i suoi tre gol ai brasiliani.
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