Cinquanta è un numero bello tondo che fa impressione. Solo in quattro ne hanno vinte di più (Hamilton, Schumacher, Vettel e Prost). E vincere come ha fatto Max, re di Austin per la terza volta di fila, ha aggiunto gusto ad una torta già bella saporita. Nessuno aveva vinto qui partendo da così lontano. Partiva sesto e, senza strafare, è risalito piano piano, andando a prendersi il primo posto al 28° giro, poco dopo la metà della gara. Non è stato il classico monologo Red Bull di questa stagione. Max ha dovuto rimontare e poi gestire il vantaggio con un Hamilton scatenato arrivato a riempirgli gli specchietti negli ultimi giri. Se la Mercedes non avesse sbagliato la strategia, richiamandolo due giri troppo tardi per il primo stop, forse si sarebbe davvero potuto giocare la vittoria. Ha chiuso a 2225 da Max, mai così vicino, confermando che le novità portate in pista dalla Mercedes funzionano davvero. «Continuiamo a spingere, continuiamo a spingere», l'urlo di Lewis via radio. Max ha avuto anche il tempo di mettere in scena un bel teatrino con il suo ingegnere di pista, il Lambiase che gli piace maltrattare ogni tanto. Gli ha gridato un paio di volte: «Non mi parlare mentre sono in frenata!». Si è lamentato, ma intanto stava volando verso la vittoria.
Sul podio con i due vecchi litiganti ci è salito Lando Norris che al via era scattato in testa sorprendendo Leclerc un po' troppo esitante allo spegnersi dei semafori. Per Charles non è stata una bella domenica. Partiva in pole per la 21esima volta e ancora una volta non è riuscito a vincere come capitato nelle ultime 10 gare. Anche partendo bene avrebbe potuto fare poco, ma con una strategia migliore di quella chiamata «Piano D» forse avrebbe potuto restare aggrappato al podio visto il calo finale di Norris. La Scuderia ha deciso di tenere Leclerc su una sola sosta, ma alla fine le gomme sono crollate e Charles dopo esser stato costretto a lasciar passare Sainz («Non capisco perché, ne parleremo a fine gara» il suo messaggio) si è visto passare anche da Perez chiudendo al sesto posto.
Quando parti davanti a tutti e chiudi così lontano, soprattutto dietro al tuo compagno che continua ad allungare su di te in classifica, non puoi essere contento. La pole non basta a renderlo felice. Sainz partiva quarto e ha chiuso quarto dopo un bello scatto al via quando è arrivato addirittura a battagliare con Leclerc sfiorando il disastro.
Dopo le qualifiche ci si aspettava una Ferrari diversa. Giusto provare a inventarsi qualcosa con una strategia diversa da tutti, ma buttare via un podio in una stagione dove i raggi di luce sono così rari resta un peccato.
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