La Grande Bellezza della difesa è nel Dna del calcio italiano. Finalmente ce lo ha ricordato la Juve di Firenze, raccontando che, con l'Inter, sarà una sfida di questo genere. Partendo da tal presupposto tutti noi meriteremo una risposta a questa domanda: meglio avere una grande difesa o un grande centravanti? La Juventus ne ha quattro di centravanti (compreso Chiesa che sarebbe ottimo nel ruolo), l'Inter mezzo (leggi Thuram, Lautaro è una seconda punta). Eppure l'Inter è avanti di due punti e la Juve ha messo alle spalle tutti gli altri con striminzite vittorie per 1-0 e con una serie di 8 partite senza subire reti, sei delle quali consecutive. Peccato che poi opinionisti e opinanti gonfino il petto parlando di gioco. Come se difendersi, con cervello e concentrazione, non fosse imporre il proprio gioco all'avversario.
La partita con la Fiorentina è stato il miglior spot che un match di calcio potesse regalare. Anzi un ripasso: la squadra votata al gioco totale contro una squadra che si è votata a difesa e contropiede, e ha detto all'altra: vieni avanti e vediamo se fai gol. Ricordate Alì-Foreman? Senza che i puristi saltino sulla sedia, è solo un esempio: Foreman picchiò per diversi round e Alì colpì e stese Big George con un pugno da contropiede. Nello sport farsi attaccare, lasciar stancare l'avversario, eppoi colpire è simbolo di sostanza e qualità. Certo, c'è avversario e avversario.
Questo per dire che la ritrovata forza difensiva della Signora va a sfidare la conclamata e attrezzata difesa nerazzurra (6 gol subiti, fa pari con i bianconeri) che ha trovato forza da un centrocampo al di sopra di ogni sospetto: più forte di tutti gli altri concorrenti. E così pure nei tiri subiti nello specchio di porta o in totale, Inter e Juve se la giocano spalla a spalla.
E qui vediamo la mano dei tecnici: Allegri ha un centrocampo contato e sta cercando di non sprecare nulla. Inzaghi riesce a sfruttare al meglio il suo materiale: in difesa, per esempio, solo Acerbi e Darmian concedono garanzie assolute. Eppure entrambe sono figlie della loro storia: l'Inter delle grandi conquiste anni sessanta tra difesa, contropiede e stelle filanti.
La Juve reduce dalla BBC di fausta memoria che oggi sta cercando di replicare mettendo al centro un mastodontico brasiliano, degno erede di Julio Cesar e Lucio. Entrambe, guarda un po', segnalano che l'unione fa la forza: basta vedere come si aiutano i giocatori per capire la ragione della loro classifica. In testa, almeno in Italia.
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