C'eravamo tanto amati. Adesso non resta che un braccio di ferro, costellato da legali al lavoro, risvolti elettorali e anche da un possibile golpe guidato dal figliol prodigo. Il caso Messi, dopo l'annuncio di voler divorziare dal Barcellona, ha mandato in fibrillazione il mondo del pallone, ma non ha condotto a una reazione furiosa (almeno in apparenza) da parte del club catalano, intenzionato a mediare, a trovare un'intesa sulla clausola della discordia. Il presidente Bartomeu ha chiesto un incontro immediato con l'argentino, cercherà di riportarlo sulla retta via e sarà intransigente sulla possibilità di perderlo a costo zero. Secondo il club la clausola d'uscita andava esercitata entro il 10 giugno scorso, ora il calciatore dovrà rispettare il contratto fino al giugno dell'anno prossimo, rassegnandosi all'idea folle che qualcuno riesca a pagare 700 milioni per averlo subito. Anche il nuovo ds Ramon Planes ha mantenuto i toni bassi: «Troveremo una soluzione, vogliamo che Messi resti qui. Ha dato tanto a questa società, lotteremo per farlo restare e per trovare una nuova intesa».
Lo stesso Messi non vuole compiere passi falsi e lunedì prossimo è intenzionato a presentarsi alla ripresa degli allenamenti, nonostante il nuovo corso aperto da Koeman sia ben poco di suo gradimento. Ancor meno di gradimento è la gestione societaria condotta da Bartomeu: per qualcuno la mossa dell'addio sarebbe un modo per indebolirlo in modo definitivo a un anno dalle elezioni, rilanciando le quotazioni dell'ex numero uno Joan Laporta. Campagna elettorale aperta, come testimoniano le dichiarazioni dello stesso Laporta: «Se Bartomeu e il suo Consiglio si dimettessero ci sarebbe ancora speranza che Messi rimanga al Barça. Devono farlo immediatamente». Resta elettrico anche il mercato, alle ipotesi City, Psg e Inter si è aggiunto il Manchester United. Potrebbe delinearsi un derby tutto mancuniano, ma i Citizens sembrano più avanti grazie al legame tra le Pulce e Guardiola, tanto che alcune radio catalane parlano di un incontro già fissato tra il tecnico, il padre del campione argentino e Ferran Soriano, ex presidente del Barcellona e amministratore delegato del club inglese. Si parla di un biennale a quasi 100 milioni di euro lordi a stagione, ma intanto Messi deve sbrogliare il contratto firmato con il Barcellona e l'avvocato Mattia Grassani, massimo esperto di diritto sportivo, interpellato sul punto è stato piuttosto netto: «Il termine ultimo a favore del calciatore non coincide con la fine della Liga o della stagione quindi Messi è fuori tempo massimo. Il club ha ragione, non è amministrato certo da sprovveduti.
Resta il fatto che il giocatore, essendo fuori dal periodo di stabilità contrattuale, può, comunque sciogliere il vincolo, accasarsi altrove, e giocarsi insieme al nuovo club la battaglia dell'indennizzo». La telenovela è appena cominciata, a breve la prossima puntata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.