Magic moment per il Milan e gli ex milanisti: da Carlo Ancelotti che fa poker di Champions a Berlusconi, Galliani e Stroppa che portano il Monza dove non era mai arrivato, fino a Rino Gattuso che si mette in scia e ritrova una panchina, un anno dopo la sua estate più tormentata. E oltre tutto una panchina di prestigio come quella del Valencia, club in cerca di rilancio proprio come il tecnico calabrese. «Tornerò presto», aveva promesso Ringhio un anno fa dopo la tripla disavventura che lo portò alla momentanea disoccupazione.
Un anno dopo ha tenuto fede al suo proclama, ma adesso l'ex tecnico di Milan e Napoli deve cancellare quell'incredibile 2021 in cui perse il posto a Napoli (dove aveva vinto la coppa Italia, suo unico trofeo da allenatore) per colpa di un incredibile pareggio in casa con il Verona all'ultima giornata, che costò la qualificazione alla Champions. Liquidato da De Laurentiis, Gattuso infilò in poche settimane lo scivolone di Firenze (assunto e scaricato in venti giorni tra richieste di mercato e sospetti di favoritismi per gli assistiti del suo manager Mendes) e la beffa del Tottenham pronto ad ingaggiarlo, ma bloccato dalla rivolta dei tifosi che si ricordarono delle sue mani al collo di Joe Jordan, per non parlare di assurde accuse di omofobia. Insomma, due mesi che avrebbero potuto abbattere anche un eterno lottatore come Ringhio, finito nell'anticamera dei tecnici in lista d'attesa.
Adesso, per l'allievo di Ancelotti, è arrivato il momento del riscatto.
C'è un Valencia da riportare sopra i cugini di campagna del Villarreal e ci sono tante amarezze da cancellare. E per uno che ha saputo districarsi tra le turbolenze del Pisa, dell'Ofi Creta e persino del Milan cinese, ripartire dal Mestalla può essere l'occasione di un rilancio alla grande.
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