Ma è già un torneo all'inglese. Premier, record di convocati

Sono 120 i giocatori impegnati al Mondiali che militano in Premier League. L'Italia ne ha 82

Aguero e Messi
Aguero e Messi

Tanta Premier League (105 giocatori, che diventano 120 considerando anche seconda e terza divisione inglese) ma anche tanta serie A nella truppa dei 736 convocati - lista aggiornata a ieri, ma che potrà variare fino all'esordio di ciascuna nazionale, ovvero fino al prossimo 16 giugno - per il mondiale brasiliano. Cinquanta i campionati presenti con almeno un elemento, tenendo conto che le due squadre canadesi (Toronto e Vancouver Whitecaps) disputano la Major League Soccer statunitense e le due gallesi (Cardiff e Swansea) partecipano alla Premier League inglese. C'è comunque da precisare che il conteggio non ha preso in considerazione il già avvenuto cambio di maglia di molti calciatori (vedi Immobile, convocato quando era ancora al Torino).

Il forfait di Ribery ha fatto invece perdere al Bayern Monaco il primato in solitario deL numero dei propri rappresentanti: erano 15 come l'Arsenal del 2006, record che rimane imbattuto, diventano 14, la stessa quota del Manchester United. Subito dietro Barcellona (13), Chelsea, Juventus, Napoli e il Real Madrid recente vincitore della Champions (12). Nove i calciatori della rivelazione Atletico Madrid, campione di Spagna e finalista di Champions.
Dicevamo, tanta serie A presente: ben 82 i calciatori che hanno giocato nell'ultimo campionato italiano convocati per l'appuntamento sudamericano. Di questi, quattro sono addirittura retrocessi (i tre del Bologna e il portiere argentino del Catania Andujar) e uno è risalito in A con il Palermo (l'uruguaiano Hernandez). La nazionale di Prandelli ne offre 20 (tre azzurri arrivano dal Psg, campione della Ligue 1 francese), poi c'è una discreta truppa argentina (7) e a sorpresa tanti greci e colombiani (6), oltre che ghanesi e svizzeri (5). Potevano essercene altri, come il belga della Roma Nainggolan e lo svizzero dell'Udinese Widmer, esclusi dalla prelista.

Secondo l'analisi condotta dalla Pew Research, la maggior parte dei calciatori presenti in Brasile sono degli emigranti di lusso: ben 476 dei 736 presenti all'attuale edizione (il 65%) giocano infatti in nazioni diverse da quelle di origine durante la stagione regolare. Solo Fabio Capello ha approntato una rosa della Russia formata esclusivamente da tesserati per i club del proprio paese (tutti e 23 della Prem'er Liga) così come l'Inghilterra con l'unica eccezione del portiere Forster, in Scozia al Celtic. Sedici i «tedeschi» nella Germania, 14 gli «spagnoli» nelle Furie Rosse: entrambe le nazionali attingono della Premier League inglese (rispettivamente 6 e 4 elementi). Un solo elemento degli organici di Bosnia, Ghana, Costa d'Avorio e Uruguay gioca in patria, mentre 19 calciatori del Brasile vivono la stagione calcistica all'estero. Tra i sedici «emigranti» australiani, due giocatori della League One, la terza serie inglese.
Quanto agli allenatori, la metà dei 32 ct presenti è originaria della nazione che allena, tra gli altri 16 ben 5 sono tedeschi (fra cui spicca Klinsmann) e 2 italiani (Capello e Zaccheroni). Ultima curiosità: il campionato turco offre al Mondiale 26 giocatori, pur non avendo la propria nazionale ai nastri di partenza.

La bistrattata Serie A aumenta il suo «peso» nel mondiale 2014 rispetto al 2010: erano 79 gli «italiani» in Sudafrica, saranno 82 in Brasile. Sorpassiamo così al secondo posto dietro i campionati inglesi (passati da 115 a 120 giocatori) la Bundesliga tedesca, scesa da 84 a 76. Nel 2010 il club più presente era il Barcellona (13).

È successo un'altra volta, ieri nell'amichevole contro la Slovenia.

Un colpo di tosse e conati di vomito ripresi dalle telecamere e riproposti in tutto il mondo, ma poco dopo dribbling, assist e gol. Il «mistero» su Leo Messi ha vissuto un'altra puntata. Nell'ultima stagione, è successo altre due volte. «Mi capita spesso», il commento della Pulce.

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