La (prima) giornata nera della Juventus

Non era mai successo che alla prima giornata di campionato in casa la Juventus perdesse

La (prima) giornata nera della Juventus

Non era mai successo che alla prima giornata di campionato in casa la Juventus perdesse. E negli ultimi trent'anni la sconfitta all'esordio era arrivata una volta sola, nel 2010 a Bari. Alla fine di quel campionato, la Juve arrivò settima il che spinse la rivoluzione con l'arrivo di Conte. Quella rivoluzione è diventata dominio: quattro scudetti consecutivi e la finale di Champions League. La sconfitta di ieri non è certamente la fine di quel dominio, perché la Juve resta forte, sulla carta - e probabilmente non solo sulla carta - la più forte del campionato. Poi s'è visto che anche la Roma, rinforzata moltissimo sul mercato, ha fallito la prima uscita in campionato.

Il problema della Juventus, così come il pareggio della Roma, è come la sconfitta con l'Udinese è arrivata. Una squadra confusa, con una difficoltà enorme ad arrivare in porta, con una difesa che in occasione del gol ha commesso un errore collettivo che non aveva mai commesso negli ultimi quattro anni, un centrocampo con una qualità tecnica crollata. Facile dirlo adesso, ma l'impressione arrivata dal campo ieri è che manchino proprio due giocatori: Tevez e Pirlo.

Quello che da solo risolveva le partite bloccate, quello che dava il tempo a tutti gli altri (oltre che spesso la palla decisiva al primo). La Juventus vista ieri è sembrata avere un deficit di gioco che corrisponde a un deficit di responsabilità. Una squadra impacciata. Le assenze, tante, sono una spiegazione. Non possono essere una giustificazione.

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