Al Giro orfano di Ganna. Evenepoel non vola più tra bacchettate e attacchi

La Federazione internazionale richiama il belga per essere sceso dal Gran Sasso con l'elicottero

Al Giro orfano di Ganna. Evenepoel non vola più tra bacchettate e attacchi
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Fossombrone. Non vola, ma per un attimo torna con i piedi per terra. Giornata difficile per il campione del mondo Remco Evenepoel, che in mattinata prende una reprimenda dall'Uci e nel pomeriggio perde una manciata di secondi da Roglic. Al mattino tocca al governo mondiale della bicicletta prendere posizione con la sua squadra (la Soudal Quick-Step, ndr) e quei team come Bahrain, Bora e Ineos, che l'altro ieri a Campo Imperatore hanno fatto ricorso all'elicottero per tornare velocemente in albergo. La cosa non è stata gradita dall'Uci il quale ha stigmatizzato l'accaduto con una nota ufficiale per impedire «il diffondersi di queste pratiche», si legge. E quindi «condanna fermamente questa totale mancanza di equità e pari opportunità che sono valori fondamentali dello sport». Aggiungendo che «l'uso di un elicottero contravviene anche al principio di minimizzare le emissioni, come da specifiche per gli organizzatori del World Tour». Insomma, il volo di Remco e dei suoi compagni non è stato gradito, resta solo da capire il perché la stretta arrivi adesso, dopo la bellezza di dieci anni. Vabbé

Nel pomeriggio a riportare Remco con i piedi per terra ci pensa Primoz Roglic, l'avversario numero uno del campione del mondo, che sull'ultimo muro, la Salita dei Cappuccini, prova a stanarlo e lo stana. Una progressione e via. L'iridato paga una manciata di secondi (14), in una tappa e su pendenze a lui molto congeniali. È chiaro che è poca cosa, ma a livello mentale questi 14 potrebbero anche avere il loro peso nell'economia di una corsa di tre settimane. Vero che oggi si correrà la crono da Savignano sul Rubicone a Cesena (non ci sarà Filippo Ganna, costretto ieri mattina ad abbandonare la corsa per Covid, ndr) e sui 35 km in programma il talento belga ha la possibilità non solo di rivestirsi di rosa (maglia sempre sulle spalle del norvegese Leknessund, il nostro Caruso 9° nella generale, a 1'39, ndr), ma di scavare ulteriormente il solco tra sé e gli altri, ma è altrettanto vero che il Giro ha davanti a sé ancora due settimane di corsa e vette che fanno tremare i polsi a chiunque, anche al campione del mondo, andato in difficoltà sulla prima pendenza.

Non si discute il talento di Remco Evenepoel, quello c'è ed è visibile anche a chi ha problemi di diottrie, ma qui siamo al Giro: corsa tosta, molto più dura e complicata della Vuelta. Roglic ieri qualcosa gli ha fatto capire, il resto lo capirà. «Primoz ha avuto una giornata fantastica. E io ho commesso un errore. Domani (oggi per chi legge, ndr) voglio riscattarmi con la cronometro», dice in serata.

La tappa finisce ad un altro ragazzo del 2000, all'ennesimo corridore della fantastica Generazione Z. Il successo va a Ben Healy, 22enne irlandese della Ef Edication EasyPost. In fuga fin dal mattino dopo solo 15 km di corsa, si fa quasi tutta la corsa con altri dodici temerari e saluta la compagnia quando al traguardo mancano 50 km.

Nato a Kingswinford in Gran Bretagna l'11 settembre 2000, ha scelto poi però la nazionalità irlandese «perché mi offriva più possibilità», ha raccontato. «Sapevo che oggi ci sarebbe stata una buona occasione per vincere spiega - e sono riuscito a non farmela scappare». Difatti è scappato, tutto solo.

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