Gabriele Gravina non ci sta. E con lo scudiscio virtuale in mano rifila una serie di colpi a un bel po' di esponenti del calcio italiano, a cominciare dallo stesso ct Roberto Mancini per finire al presidente della Lega di serie A Lorenzo Casini che ha intrapreso la strada dei ricorsi legali nei confronti delle decisioni del governo del calcio italiano. Precedenza al tema del ripescaggio per il mondiale 2022 nel quale è rimasto impigliato lo stesso ct Mancini con una dichiarazione infelice. Sul punto il numero uno della Figc è stato categorico: «Diamo per acquisita la non partecipazione al mondiale altrimenti ci prendono in giro. Nel calcio esistono vincitori e sconfitti, solo in seguito si potrà ridiscutere il tema delle regole». Da sottoscrivere parola per parola. Poi arriva la scudisciata ai calciatori della Nazionale, riferimento abbastanza esplicito all'abbandono recente del ritiro da parte dei due laziali Lazzari e Zaccagni che ha destato grande stupore a Coverciano. «L'attaccamento al club Italia comincia a sfumare, noto una sorta di distacco, qualcuno lo fa per una forma di rancore» è la frase con probabile riferimento allo stesso presidente della Lazio Claudio Lotito. Di sicuro il futuro dell'attuale Nazionale non può che essere un programma a medio e lungo termine e questo traguardo fissato cancella dall'orizzonte ogni spinta, più sotterranea che pubblica, alle dimissioni dello stesso Gravina ancora una volta respinte al mittente. «Non offro alibi a chi strumentalizza una sconfitta sportiva per inseguire interessi personali»: anche qui non si sbaglia di molto se si rammentano le accuse di De Laurentiis. Nemmeno la Lega di serie A è fuori dall'intemerata di Gravina. Perché, parlando del contributo alla causa azzurra, segnala: «Come si fa a collaborare se poi dalla serie A arriva la richiesta di passare da 2 a 8 extracomunitari e invece di tenere sotto controllo i conti si discute dell'indice di liquidità a 0,5 mentre in Germania è a 1?». Questo l'interrogativo retorico che vale più di una staffilata. E non a caso in serata ecco la replica della Lega di A, stupita «per l'ennesimo tentativo da parte della Figc di screditare, e di conseguenza danneggiare, i club...».
Infine c'è la ricostruzione di Gravina, condivisibile, sul successo dell'europeo nell'estate scorsa. «Avevamo una squadra normale che è diventata speciale.
Nel frattempo abbiamo perso 5-6 giocatori di grande livello internazionale, altri sono molto stanchi, qualcuno comincia a denunciare problemi d'età, qualcun altro ha smesso»: è lo scenario ereditato dopo il trionfo di Wembley che deve produrre una sana e matura riflessione invece di stimolare il solito clima da guerriglia.
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