I 100 milioni di "ammenda" e l'autogol evitato

Ci sono un paio di riflessioni da sottoporre ai due eserciti contrapposti schierati, con le armi spianate sui social, a proposito della chiusura della tormentata vicenda Juve

Ansa
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Ci sono un paio di riflessioni da sottoporre ai due eserciti contrapposti schierati, con le armi spianate sui social, a proposito della chiusura della tormentata vicenda Juve (plusvalenze e manovra stipendi) conclusa con il patteggiamento di ieri. Ai disperati tifosi del casato calcistico torinese che si sentono vittime dell'ossessivo rancore del resto d'Italia, va suggerito di cambiare registro e obiettivi nelle loro campagne contro Chinè e Gravina, rappresentante dell'accusa e presidente federale. I fatti, più delle parole, hanno dimostrato che non c'è stato alcun accanimento. Non solo. Persino la scelta di Andrea Agnelli, orgogliosa, di andare a dibattimento separando la propria posizione da quella della Juve per difendere l'operato personale rispetto alla vita e al futuro del club, è una testimonianza della indispensabile divisione dei rispettivi destini. All'esercito dei nemici dichiarati del potere Juve, coltivati nel tempo anche per via dei 9 scudetti consecutivi e degli sfarzi da calciomercato mal ripagati, va ricordato quello che è stato messo sulle spalle della società. Molti si sono soffermati solo sui 718mila euro di multa patteggiati per la manovra stipendi. Sono briciole secondo lor signori. Ma dimenticano che a questa cifra va aggiunta la perdita secca della mancata partecipazione alla prossima Champions che vale 50 milioni. Non solo: si può quantificare un ulteriore danno da 50 milioni perché ogni punto di penalizzazione «costa» 5 milioni. Cento milioni di questi tempi, e per qualunque società di serie A, rappresentano un castigo finanziario pesantissimo. E non sappiamo, nel frattempo, se a Nyon sono ancora animati da un sanguinoso spirito di vendetta trasversale per la Superlega. Infine un'ultima riflessione da dedicare al tema delle sentenze esemplari, il pugno di ferro insomma sulla Juve, serie B o serie Z per intendersi. Invocare tanta severità per un reato (plusvalenze) che non prevede alcuna sanzione è una forzatura.

Invocarla per la Juve che ha 12 milioni di tifosi e molti abbonati alle pay-tv alla vigilia del rinnovo contrattuale dei diritti tv è un autogol che il calcio italiano non poteva permettersi. Si spiegano così gli interventi pro-reo di Lotito & C.

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