
Adesso è ufficiale: il 4 a 0 di Udine è stato un fuoco di paglia. L'illusione che il ricorso al nuovo sistema di gioco (provato da un mese la rivelazione di Moncada) potesse, da solo, trasformare il Milan fino a dargli una spinta propulsiva per finire meglio la stagione deludentissima, è stata spazzata via dalla prova con l'Atalanta, dal risultato (decima sconfitta) e dalla povertà di gioco offensivo tradito nell'occasione, oltre che dalla nota fragilità difensiva. Anche la contabilità degli scontri con le prime otto della classifica è in profondo rosso: 8 ko collezionati in 14 sfide. Il nono posto in classifica propone poi un secondo paragone di segno negativo: Sergio Conceiçao ha raggiunto lo stesso numero di partite del suo predecessore Paulo Fonseca ottenendo una media punti inferiore (1,58 contro 1,75) e un ruolino di marcia che parla da solo (11 vittorie, 5 pareggi, 8 sconfitte). E mentre le voci dello spogliatoio documentano lo smarrimento dei suoi protagonisti («non so dare una spiegazione a questi risultati» la frase di Leao), dal tecnico portoghese arriva il solito lamento post sconfitta. «Dal primo giorno del mio arrivo ho cominciato a leggere di candidati al mio posto» la denuncia ripetitiva. «Ci vuole rispetto, non so da quanti anni il Milan non è in corsa per vincere due titoli» la stoccata finale.
La prima riflessione è di natura storica: è vero, dal 2003 il Milan non è in corsa per due titoli ma allora - epoca Berlusconi con Ancelotti allenatore - i due trofei vinti furono la Champions league a Manchester contro la Juve e la coppa Italia contro la Roma di Capello! Secondo appunto: il rispetto dev'essere reciproco, e quindi dovuto anche ai 74 mila di San Siro che hanno assistito uno spettacolo calcistico davvero modesto al contrario dell'Atalanta che dopo il sigillo di Ederson ha sfiorato per due volte il raddoppio. Nel primo tempo il Milan si è solo difeso puntando tutto su un paio di lanci verso Leao, il miglioramento della fattura è durato 15 minuti nella ripresa prima di subire il gol attraverso le solite modalità (palla da sinistra verso destra, tocco centrale per l'accorrente Ederson). Le successive correzioni al sistema di gioco (ritorno all'antico) schierando tutti gli attaccanti possibili (Abraham, Chukwueze, Gimenez dopo Leao, Jovic e lo spento Pulisic) più l'anonimo Joao Felix sono servite a poco.
La morale è una e una soltanto: se anche il club si fosse affannato in questi mesi a far sapere che Sergio Conceiçao riscuote la fiducia piena per il futuro, ci sarebbe stato qualcuno in circolazione a Milano e dintorni, pronto a credere a uno scenario del genere? Tra 24 ore c'è il ritorno della semifinale di coppa Italia contro l'Inter: probabilmente sarà riconfermato lo stesso schieramento iniziale mentre Walker e Loftus Cheek, da ieri in gruppo, risulterebbero recuperati.
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