Mancava solo l'ufficialità e ieri è arrivata con un comunicato del team e sui social da parte dello stesso Andrea Iannone: «I'm back!». Un punto esclamativo che urla al mondo un risultato per nulla scontato, seguito da un cuore rosso. Azione, determinazione e passione.
Il pilota di Vasto è tornato e il prossimo anno correrà il Campionato Mondiale Superbike con il Team GoEleven su una Ducati. Classe 1989, Iannone torna in pista a 34 anni dopo una durissima condanna che ha stroncato la sua carriera, quando pilota sotto contratto Aprilia era nel pieno della forma agonistica. La batosta - quattro anni di sosta forzata causa la squalifica per doping dopo che i controlli WADA avevano riscontrato quantità minime di drostanolone, era piovuta come una doccia fredda e a niente erano valsi i ricorsi.
«Era da tempo che aspettavo questo momento», ha dichiarato, «finalmente torno in pista, lì dove ho trascorso la mia vita. Ringrazio Gigi Dall'Igna, Paolo Ciabatti, Claudio Domenicali, Marco Zambenedetti e tutto il team GoEleven per la fiducia, con il loro supporto ho ritrovato l'entusiasmo che avevo da bambino. Sono carico».
La commozione è tanta anche perché Iannone non ha mai smesso di crederci e di allenarsi. Bello e dannato, la favola di Andrea è quella dell'eroe caduto che si rialza con orgoglio nonostante tutto. «Guidare una moto a 300 all'ora è la mia vita: amo sentire quella leggerezza. Non ho mai smesso di allenarmi». I contatti con il circus della MotoGP sono sempre rimasti aperti, anche se Andrea in questi anni è stato lontano dal paddock, cimentandosi sulle passarelle di moda o in TV partecipando nel 2021 a Ballando con le Stelle. «Due le cose che mi hanno fatto più male nella vita: andare via da Ducati e la squalifica».
L'età non lo preoccupa, anche perché il suo riferimento, Valentino Rossi, si è spinto ben oltre gli anta.
«Vale è l'eroe della mia generazione, ha ispirato tutti: sognavamo di diventare come lui. Ha cambiato il volto della MotoGP». Adesso tocca a lui riscrivere la sua vita da pilota, ripartendo dove, forse un po' troppo severamente, è stata violentemente stroncata.
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