Restano quattro partite da giocare, e manca ancora la consegna ufficiale della Coppa, con annesso concerto scudetto in salsa nerazzurra, a San Siro il 18 o 19 maggio, in coda al congedo casalingo con la Lazio, ma per l'Inter è già tempo di pensare al futuro. Stavolta non ci saranno rivoluzioni, non serve alla cassa, non le vuole Inzaghi, non le chiede Zhang. Usciranno Klaassen e Sanchez (non Arnautovic), entreranno Zielinski e Taremi. Sarà un'Inter più forte, ma sempre costruita in autogestione. Un'Inter che potrà pensare a un colpo alla Zirkzee, solo se uscirà un big nel reparto. Mostrarsi interessati a prescindere, è solo un modo per fare spendere di più agli altri (leggi Milan). «Sarà un mercato creativo», chiosa Marotta. E sarà un'Inter che avrà come obiettivo principale di nuovo lo scudetto, puntando a fare più strada possibile in Champions League e poi a fine stagione nel primo Mondiale Fifa per club.
«Siamo solo a metà del nostro ciclo», l'altra frase cult di Marotta nella domenica della festa. L'Inter è tornata a vincere 3 anni fa, ha vinto 2 degli ultimi 4 campionati, ha una rosa ampia e con giocatori in gran parte ancora giovani (Mkhitaryan, Acerbi, Darmian e Sommer le eccezioni fra i titolari) un allenatore che ora nessuno discute e che è felice di continuare con l'Inter. La ricetta di Marotta per continuare il ciclo virtuoso è prolungare subito non solo i contratti di Barella e Lautaro, ma soprattutto quello di Simone Inzaghi.
Le sirene della Premier sono lusinghe importanti, anche il Liverpool ha preso informazioni sul tecnico neo campione d'Italia. Le parti si troveranno in questi giorni, sul tavolo ci sarà la proposta di Zhang («Inzaghi è stato un dono per l'Inter»), che prevede l'allineamento del contratto dell'allenatore a quello del management italiano (2027). La priorità di Inzaghi è di continuare a Milano, resta da capire se accettare davvero un prolungamento biennale (l'attuale accordo scade nel 2025) o se invece proseguire con i rinnovi annuali, come sempre stato finora (siamo alla terza rinegoziazione dell'accordo in 3 anni). Dipenderà non solo dall'offerta economica, su quello l'accordo si troverà facilmente, con adeguamento dei 5,5 milioni attuali a stagione, ma più in assoluto dal futuro del club, sempre in attesa di nuovi soci, se non addirittura di una nuova proprietà. L'ambizione di Inzaghi sarebbe quella di poter competere ad armi pari con le grandi squadre d'Europa.
L'errore che l'Inter non farà è quello di credere che il baratro scavato
con Milan, Juventus e il resto della concorrenza, sia lo specchio reale delle differenze tecniche fra le squadre. L'Inter è la stata la migliore, probabilmente è anche la più forte, ma ad agosto si ripartirà da zero a zero.
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