
Quella di mercoledì a Rotterdam sarà la 40esima partita stagionale dell'Inter. Il Napoli ne ha giocate 30, comprese due di Coppa Italia in estate, contro Modena e Palermo. Dieci partite in più significano più fatica e maggiore rischio di infortuni, fattori elevati al quadrato nell'organico più vecchio dell'intera Serie A. Altro che calo di concentrazione o errori tattici: se l'Inter in campionato ha subito 10 gol negli ultimi 15 minuti, lasciando complessivamente 9 punti agli avversari, se nel finale ha perso il derby di Supercoppa e l'unica partita di Champions (a Leverkusen), significa che la squadra arriva stanca all'ultimo spicchio di partita e se non l'ha chiusa prima, il rischio di pagare è molto alto.
«Erano più freschi di noi», ha ammesso Inzaghi dopo il pareggio di Napoli. E dentro quell'ammissione c'è un mondo. Dimarco è l'ultimo iscritto all'albo dei feriti. «Avevo già fastidio nel primo tempo», ha detto riferendosi ai muscoli flessori della coscia destra. Una manciata di minuti del secondo e l'infortunio è diventato un'evidenza. Oggi gli esami, ma lui a Rotterdam non ci sarà. Un brutto guaio per Inzaghi, già senza Darmian e con Augusto ben che vada aggregato ma fermo da 15 giorni. Si chiama emergenza, là dove un anno fa anche il virus del raffreddore girava molto largo dalla Pinetina.
Da qui alla sosta, che poi vera sosta è per pochi, l'Inter ha da giocare altre 4 partite, il Napoli 2. E quando si riprenderà, dal 30 marzo, Inzaghi di fissati ha già i due derby di Coppa Italia col Milan, battaglie certe, con la speranza di sommare almeno altre due sfide di Champions League. A Conte restano 11 partite da qui a fine stagione. Inzaghi ne ha 15 sicure e almeno altre 2 possibili. A fine anno saranno 13/15 partite in più, come un terzo di campionato supplementare, giocato nello stesso tempo. Poi ci sarebbero da conteggiare anche le fatiche del Mondiale per club, ma a quello oggi non pensa nessuno, sembra quasi appartenere più alla prossima stagione che non a quella in corso, anche se non è così. Semmai, il rischio è che facendo ponte fra le due annate, l'ultima invenzione dei bulimici del business finisca per zavorrare anche il futuro (ma ci sono i soldi e quindi zitti; anche se alla fine saranno molti meno di quanto Infantino aveva promesso e di quanto i club speravano; ma zitti lo stesso).
Oggi l'Inter ha 58 punti in classifica. L'anno scorso ne aveva 72; due anni fa, il Napoli di Spalletti era a 71: due campionati già finiti a inizio marzo.
Quest'anno sembra di rivivere la stagione 21-22: dopo 27 giornate, Milan e Napoli avevano 57 punti, l'Inter 55 (e doveva ancora perdere a Bologna). Stavolta il terzo incomodo è l'Atalanta. Aspettando Juventus-Verona per capire quanti si siedono al tavolo dello scudetto.
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