«La capolista se ne va...». Anche i tifosi nerazzurri all'Olimpico contro la Lazio a un certo punto hanno messo da parte la scaramanzia. È la supremazia tecnica, tattica e fisica dell'Inter più dei quattro punti di vantaggio sulla Juventus, a mettere tutti d'accordo: lo scudetto può perderlo solo la squadra di Simone Inzaghi. Che ha preso a modello il Napoli tricolore di Luciano Spalletti. Piede schiacciato sull'acceleratore, stessi punti dopo sedici giornate: quarantuno. La stagione scorsa fu quella anomala per via del mondiale «invernale» venduto dalla Fifa al Qatar, ma i nerazzurri stavolta non hanno sbagliato la partenza. Un modo per sfiancare la resistenza, un ritmo insostenibile che porterebbe Lautaro Martinez e compagni a sfiorare i cento punti. Ne potrebbero bastare anche meno, soprattutto se a inizio febbraio l'Inter dovesse passare indenne il trittico Fiorentina-Juve-Roma dopo la supercoppa che la obbligherà a recuperare la gara con l'Atalanta successivamente, dopo aver sfruttato un inverno che gli garantirà un calendario favorevole nelle prossime settimane. Più degli avversari, da dribblare saranno gli infortuni. Poi tornerà la Champions, del dentro o fuori. Un sogno sfiorato a Istanbul, ma che continua ad abitare le stanze della Pinetina. Certo l'Atletico Madrid del Cholo Simeone è forse l'avversario peggiore per l'Inter, che non ama affrontare le squadre arroccate, stile Juventus.
Ma capitan Lautaro l'ha detto apertamente: «Vogliamo provare a vincere tutto». E domani c'è il primo spartiacque senza possibilità di rimediare: gli ottavi di coppa Italia contro il Bologna. A proposito di scudetti regalati.
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