Caro Montolivo, dica la verità: dopo l'esclusione di Napoli ha temuto di perdere il posto nel Milan e in azzurro per il mondiale?
«Quando c'è un cambio di allenatore, si riparte tutti da zero, le vecchie gerarchie vengono superate. Quella è stata una scelta tecnica, motivata con la vicina Champions. Io poi sono un tipo che non da mai niente per scontato, non mi siedo».
Sarà. Il rapporto con Seedorf a che punto è?
«Zero problemi. Ha avuto un ottimo approccio, ha chiesto a tutti una mano, ha ricevuto totale disponibilità, è una persona molto comunicativa, che ha espresso concetti chiari di gioco e di comportamento. Clarence è un predestinato, è al lavoro da due mesi, bisogna avere pazienza e concedergli qualche errore. Diventerà un grande allenatore».
I dissidi societari hanno creato qualche problema interno?
«Un disturbo l'ha creato ma poi sono stati bravi a farli rientrare alla svelta».
Dall'esordio col Verona a Marassi contro la Samp, il Milan di Seedorf ha già allacciato le cinture di sicurezza
«Certo, la ricerca d'equilibrio è sempre stata la parola d'ordine. Nel calcio moderno tutti devono difendere, non si può concedere nemmeno un uomo in quella fase all'avversario».
Da Allegri a Seedorf è cambiato il mondo a Milanello: sono così diversi i loro sistemi? È arrivato lo psicologo Demichelis, le malelingue dicono che vi alleniate poco
«È cambiato il sistema di gioco, diversi sono i concetti calcistici, c'era bisogno di una scossa e la scossa c'è stata. Lavoravamo tanto prima, lavoriamo tanto adesso: non ho colto grandi differenze. Il cambio degli orari di allenamento, dal mattino al pomeriggio, è solo una sfumatura».
La polemica Conte-Capello sul calcio italiano poco allenante per la Champions: con chi sta Montolivo?
«Con Capello. Quando io sono arrivato in serie A, nel 2004, c'era un altro parterre. Inutile far finta: il livello si è abbassato. Poi sono convinto che le top italiane, con quelle straniere, se la possono giocare».
Cosa cambia tra la Champions e il campionato di casa nostra?
«Il ritmo. Il gioco in Europa è più veloce, qui è più compassato, più tattico».
Con Prandelli, a Firenze, ha giocato col 4-2-3-1: cosa c'era di diverso?
«Vargas e Marchionni erano più centrocampisti rispetto a Taarabt e Honda. Si fatica di più, in due invece che in tre. Ma tutto dipende dal sacrificio dei tre-quartisti. Avete visto che "mazzo" si son fatti Taarabt, lo stesso Saponara e Honda a Genova? È l'interpretazione che conta, non il disegno».
A proposito dei nuovi: Taarabt e Rami sono una vera rivelazione
«Conoscevo il talento del marocchino, mi ha stupito la sua generosità, contro l'Atletico è stato strepitoso. Rami ha lavorato con noi 4 mesi prima di esordire, abbiamo capito al volo di che pasta è fatto. Honda invece ha bisogno di tempo: deve adattarsi al nostro calcio».
Notizie di Balotelli?
«Basta, non voglio più rispondere a domande su Mario. Ha 23 anni, sta facendo grandi progressi e Seedorf lo aiuta tanto».
È ancora possibile la qualificazione con l'Atletico o si tratta di una missione disperata?
«Non mi sento fuori. Dovremo prepararci alla loro aggressività e fare una prova migliore rispetto all'andata dove abbiamo giocato alla grande. Merito anche dell'arrivo del presidente Silvio Berlusconi: riuscì a sopire le tensioni e a trasmettere serenità».
Caro Montolivo, sa quale è la regola della Juve quest'anno? La regola del tre: 3 gol rifilati alle grandi rivali
«Noi abbiamo bisogno di una serata speciale per dare una botta di vita all'autostima, alla classifica e alla fiducia. Mi sembra l'occasione giusta».
Il Milan non ha mai battuto una grande in questo torneo
«Lo so, ce lo dicono tutti. Ma io amo ricordare la sfida di novembre 2012 con la Juve, vinta 1 a 0, per la prima volta ho giocato con la fascia di capitano ricevuta da Berlusconi 5 minuti prima che cominciasse la partita. È stata la serata più bella da quando sono a Milanello».
La Juve di Conte nel frattempo è finita in Europa league
Ha sbagliato la partenza in Danimarca e in condizioni normali a Istanbul non avrebbe sofferto. Le 2 sfide con il Real sono state all'altezza delle attese».
L'anno prossimo senza Champions sarà triste?
«Il Milan sta ripartendo. E se per un anno salta la Champions non è la fine del mondo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.