Perse in poco più di un mese le due «battaglie» all'Olimpico con Roma e Lazio, le sfide per la Juventus si spostano sul piano legale con altri due appuntamenti nella Capitale. Il primo, alle 13, davanti alla Corte d'Appello della Federcalcio per la riapertura del primo anello della curva Sud dell'Allianz Arena (inizialmente chiusa per i cori razzisti all'interista Lukaku) in occasione della gara con il Napoli di domenica prossima; il secondo alle 14.30, e ben più importante sul fronte della giustizia sportiva, nel Salone d'Onore del Coni con l'udienza a sezioni unite del Collegio di Garanzia dello Sport presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli chiamato a discutere il ricorso del club bianconero contro il -15 in classifica e le 11 inibizioni dagli 8 ai 30 mesi ai dirigenti (tra cui l'ex presidente Andrea Agnelli e l'ex ds Fabio Paratici) per la questione plusvalenze.
Il Collegio di Garanzia può decidere solo sulla legittimità delle decisioni prese nei gradi precedenti e non sul merito. Quindi conferma del -15 in classifica, cancellazione della penalità per errori formali o procedurali nella sentenza o la terza via, quella del rinvio alla Corte d'Appello Figc per correggere eventuali vizi riscontrati dal Collegio e alla riesamina del procedimento con una possibile nuova sentenza.
John Elkann (nella foto), ad di Exor - la controllante della Juve - nella lettera agli azionisti ha negato ogni illecito. La difesa bianconera, nel suo ricorso di quasi 100 pagine firmato da Angelo Clarizia, ex subcommissario della Figc guidata da Roberto Fabbricini, sottolinea l'assenza di una norma sulle plusvalenze ma si concentra soprattutto sulla «violazione delle norme di diritto», un punto forte delle competenze del Collegio di Garanzia. In sostanza non si poteva riaprire il processo dopo la doppia archiviazione, le contestazioni per cui è arrivata la condanna (illecito amministrativo) sono diverse da quelle contenute nel deferimento originario (slealtà sportiva che la Corte d'Appello Figc ha applicato perchè ritiene che l'«illecito prolungato e ripetuto» abbia «alterato il risultato sportivo» ndr), diritto di difesa violato dalla mancata acquisizione (poi imposta dal Tar) delle «lettere Covisoc» che costituivano l'inizio dell'azione disciplinare - ma che in realtà non citano mai la Juve ndr -. Infine, il -15 non proporzionato e soprattutto non motivato. La mancata motivazione potrebbe essere alla base dell'eventuale soluzione «intermedia» nella sentenza del Collegio.
L'udienza dovrebbe durare 2-3 ore (non ci sarà la Federcalcio, l'accusa sarà sostenuta dal capo della Procura Generale dello Sport Taucer) e la battaglia legale si preannuncia rovente. Mentre sullo sfondo prende forma il secondo filone d'inchiesta, quello sulla manovra stipendi, per la quale la procura Figc ha già inviato la chiusura indagini ai bianconeri e legato a doppio filo con la vicenda plusvalenze.
Da stasera potrebbe partire un mese di fuoco con una classifica magari riscritta in campionato e chissà, un successivo patteggiamento all'orizzonte per il nuovo processo. Con l'Uefa alla finestra, in attesa degli eventi...
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