Juve-Inter, sotto la panca Il Real...ismo di Allegri e la centrifuga di Inzaghi

Max non batte le big, ma ha detto no al Madrid... Simone per non perdere solo il treno scudetto...

Juve-Inter, sotto la panca Il Real...ismo di Allegri e la centrifuga di Inzaghi

Più si avvicina il traguardo del 22 maggio più ogni partita diventa senza appello. E dopo la triste parentesi azzurra, il tuffo nelle atmosfere del campionato è di quelli a tinte forti. L'appuntamento di domenica sera a Torino vale alla Juventus che rincorre e all'Inter che sta scivolando lontano dalla seconda stella, l'ultima opportunità per continuare o tornare a credere nel massimo obiettivo. Mai come stavolta il pareggio avrebbe il valore di una doppia sconfitta: dopo 7 punti in 7 partite, e l'unica misera vittoria sulla Salernitana, Inzaghi ha bisogno di ricominciare a vincere per non pregiudicare definitivamente quanto fatto nella prima parte di stagione e così Allegri, che pure in una ipotetica classifica amputata delle prime 4 giornate (2 punti della Juve conto i 10 del Milan) sarebbe addirittura primo, non ha alternative alla vittoria per chiudere il gap con chi ancora lo precede.

C'è chi disegna addirittura scenari foschi sull'orizzonte di Simone Inzaghi, forte di un contratto che scade nel 2023 e che i più precipitosi scommettevano sarebbe stato allungato già lo scorso Natale, sull'onda del filotto di vittorie che avevano portato l'Inter in fuga. Perdesse a Torino, le voci che lo danno addirittura per partente a giugno troverebbero nuovo carburante, al di là delle difficoltà che si aprirebbero di fronte a Marotta, a quel punto senza allenatore e con le conosciute contingenze di bilancio a dettare la linea. Scenario che oggi nessuno all'Inter vuole ipotizzare, nella consapevolezza che il tempo per recuperare c'è ancora. A patto ovviamente di uscire subito dal tunnel e in questo senso il rientro praticamente certo di Brozovic, fresco di rinnovo contrattuale, vale ottimismo e buon umore. Più incerto il recupero di De Vrij, fermo ormai dalla notte di Liverpool e in ogni caso non al meglio della condizione.

In casa Juventus, l'attesa più grande è per la prima volta di Dybala da (quasi) ex bianconero. Cosa farà Allegri? Titolare per lignaggio o rincalzo di lusso? L'arma è a doppio taglio, i rischi della scelta stanno sia in campo sia in panchina e sono evidenti a tutti. Allegri certamente ha già deciso cosa fare, si tratta di interpretare i suoi pensieri. E allora diciamo che probabilmente la Joya lascerà spazio a Morata e Cuadrado, al fianco dell'intoccabile Vlahovic. Poi c'è da capire come stanno Bonucci e Chiellini, infiniti enigmi di stagione, non solo bianconera.

In questo campionato, Allegri non ha mai battuto chi oggi lo precede in classifica. E proprio nelle ore in cui da Madrid emergono particolari inediti sul suo mancato passaggio al Real dello scorso anno (se Zidane non avesse atteso fine maggio per annunciare l'addio, il tecnico livornese avrebbe firmato un contratto triennale) arriva la grande opportunità di rilancio. Battere l'Inter significherebbe sorpasso in classifica (per quanto virtuale, considerando il recupero di Bologna, finalmente fissato al 27 aprile) e una nuova spinta alla rincorsa cominciata in autunno, dopo la partenza horror.

Di suo, Inzaghi prova a ripetere un'impresa firmata solo da Stramaccioni, ormai 10 anni fa: vincere allo Stadium, dove da allora l'Inter ha sempre perso (salvo 2 pareggi). Lui la Juventus l'ha già battuta più volte, l'ultima a gennaio, Supercoppa in palio. Stavolta in gioco non ci sono trofei, ma qualcosa che forse vale di più.

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