Schiaffo a Kobe Bryant e alla figlia: "Conoscevano i rischi"

La società Island Express Helicopters parla di un "inevitabile incidente" ed imputa ogni responsabilità alle vittime della tragedia: "Kobe Bryant e Gigi avevano una reale conoscenza di tutte le circostanze”. Anche la famiglia del pilota nega le accuse: “Conoscevano i rischi”

Schiaffo a Kobe Bryant e alla figlia: "Conoscevano i rischi"

A distanza di quasi quattro mesi dalla tragedia che ha letteralmente sconvolto il mondo dello sport e non solo, si continua ancora ad indagare sull'incidente aereo che ha portato alla morte della leggenda del basket Kobe Bryant, della figlia adolescente Gianna (13 anni) e di altre sette persone presenti a bordo, incluso il pilota.

Le immagini del velivolo precipitato sulle colline di Calabasas, forse a causa della nebbia e della scarsa visibilità, e andato a fuoco hanno lasciato un segno indelebile. Distrutta dal dolore per la perdita del marito e di una figlia, la moglie di Kobe, Vanessa, pretende di avere delle risposte. Nei mesi scorsi la signora Bryant ha citato in giudizio il pilota dell'elicottero Ara Zobayan, deceduto nello schianto, la società Island Express e gli agenti di polizia accorsi per primi sul luogo dell'incidente, colpevoli di avere scattato delle fotografie.

La risposta della società e dell'avvocato della famiglia di Zobayan è stata tuttavia a dir poco scioccante. La responsabilità di quanto accaduto, infatti, è stata totalmente imputata alle vittime.

A riportare la notizia è stato il portale online "Tmz", che ha potuto esaminare le carte. Chiamata a rispondere della morte di ben nove persone, la compagnia Island Express ha subito parlato di un"inevitabile incidente", un "atto di Dio". La nebbia non poteva certo essere evitata, su ciò non ci sono dubbi, proprio per questo però la moglie di Kobe ha citato in giudizio il pilota, accusandolo di negligenza: il mezzo non doveva alzarsi da terra. Quel giorno, infatti, pur con scarsa visibilità, Ara Zobayan aveva comunque deciso di far decollare l'elicottero privato, che si era levato in volo dall'aeroporto della Contea di Orange-John Wayne. La fitta nebbia aveva costretto Zobayan ad effettuare dei giri per oltre 15 minuti, in attesa di ricevere l'autorizzazione a viaggiare. Di lì a poco il terribile schianto, avvenuto quando il mezzo stava viaggiando ad una velocità di 296 chilometri orari. Era il 26 gennaio 2020.

Secondo la società Island Express Helicopters, i passeggeri erano consapevoli dei rischi, pertanto non ci sarebbe alcuna ragione di procedere con la causa legale. "Kobe Bryant e Gigi (Gianna Bryant) avevano una reale conoscenza di tutte le circostanze, dei particolari pericoli e di una valutazione dei rischi associati al volo e all'entità di questi. Hanno scelto di affrontare un rischio noto e si sono volontariamente assunti il rischio di incidenti, lesioni... escludendo o riducendo in tal modo la richiesta di risarcimento”, hanno infatti dichiarato i legali dell'azienda, come riportato da “Tmz”. La compagnia, dunque, non intende assumersi nessuna responsabilità.

Lo stesso vale per la famiglia del pilota.

“Qualsiasi lesione o danno ai querelanti o deceduti è stato causato direttamente dalla negligenza o colpa degli stessi querelanti o deceduti, che erano a piena conoscenza dei rischi, accettati su base volontaria", ha affermato in tribunale il fratello di Zobayan, rappresentato dal legale scelto dalla famiglia. La battaglia legale si prospetta molto lunga.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica