L'arte di fare le squadre. Segnale Juve: idea Petrachi

Il calcio italiano sta riscoprendo l'arte del costruire le squadre. La classifica racconta che c'è una via per affrontare la crisi economica, senza ricorrere ad aumenti di capitale illimitati, bond e affini

L'arte di fare le squadre. Segnale Juve: idea Petrachi

Il calcio italiano sta riscoprendo l'arte del costruire le squadre. La classifica racconta che c'è una via per affrontare la crisi economica, senza ricorrere ad aumenti di capitale illimitati, bond e affini. Se una cosa hanno in comune le prime quattro della classe è la politica illuminata di calciomercato. Società che si sono affidate a dirigenti con carriere più o meno giovani fondate sullo scouting. Perché quando non hai più milioni da investire, con cui tutti sanno fare mercato, diventa fondamentale saper andare a trovare i giocatori. Giuntoli e D'Amico, Massara e Marino, non sono né più bravi né migliori di altri ma sicuramente si stanno rivelando al posto giusto nel momento giusto. È l'ora degli uomini che fanno il mestiere, non di quelli che poggiano la loro forza sulle relazioni con gli agenti e sul denaro messogli a disposizione. L'esempio più inflazionato è quello di Kvaratskhelia preso per pochi milioni, tra un paio di anni sarà pronto per sistemare il bilancio di De Laurentiis con una cessione dietro lauta ricompensa. E magari con il primo scudetto dopo Maradona. Scendendo di qualche gradino, a Lecce, Corvino ha già messo in mostra almeno un paio di talenti, sull'esempio del Vlahovic viola. Perché non arrivano subito alle grandi? Eppure non servono lauree per capire che Cristiano Ronaldo ha chiuso l'era delle spese folli, così come è passata di moda la politica dei parametri zero o dei prestiti. Bisogna tornare a costruire le squadre, non è più il tempo di collezionare figurine. Se ti servono due terzini, non insegui il nome buono per il merchandising. A Torino qualcosa si muove. La Juventus si sussurra abbia contattato Gianluca Petrachi. Può essere un'idea sensata in mezzo a una ridda di voci sull'esonero di Allegri.

Sarri, Pirlo e lo stesso Max, dicono che il problema è anche e forse soprattutto dietro la scrivania. Che poi Petrachi sia amico di Antonio Conte è un altro discorso. A quel punto solo il tempo dirà se per l'ex capitano il ritorno sulla panchina bianconera resterà impossibile.

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