Prima o poi. La sognava, la voleva, infine l'ha presa. A trentacinque anni Lionel Andrés Cuccittini ritorna bambino, i suoi compagni piangono, lui sorride e agita le braccia a salutare il popolo che aveva goduto e poi tremato, l'onda albiceleste si muove ubriaca di gioia, Celia Maria, la madre di Lionel, lo stringe al petto, lo bacia, lo accarezza.
Il Qatar nulla sapeva e nulla sa davvero del football, ieri sera ha scoperto il fascino esclusivo, impossibile di questo sport, esaltato dai campioni, acceso dalla giovinezza feroce di un ventiquattrenne di Francia, illuminato dalla classe di un ragazzo uomo già carico di ogni medaglia ma adesso più ricco di qualunque emiro o sultano. Proprio costoro, i padroni del mondiale e del mondo, se la spassano avendo alle proprie dipendenze entrambi gli eroi di una finale leggendaria, come ItaliaGermaniaQuattroatre di cui si conserva lapide all'Azteca di Città del Messico.
Parigi val bene un Messi, oltre che un Mbappé. Leo è il felino, non aveva bisogno di questo titolo per essere considerato il re della foresta pallonara, Leo è IL, non un fuoriclasse, i paragoni con l'altro fenomeno argentino dei favolosi anni, hanno stancato in una nenia fastidiosa, sono ormai coriandoli bagnati, Messi era, Messi è, Messi ha vinto sette palloni d'oro, sei Scarpa d'oro, ha il record di gol realizzati in un anno solare, è il maggior goleador di una nazionale sudamericana, con il Barcellona ha conquistato dieci campionati, sette coppe del re, otto supercoppe, trasferitosi in Francia ha proseguito con il Paris St. Germain vincendo un campionato e una supercoppa, in Europa quattro champions, tre supercoppe Uefa, tre coppe del mondo per club e con la nazionale un oro alle olimpiadi, il mondiale under 20, una coppa America, un coppa Conmebol-Uefa.
Di che altro si dovrebbe scrivere per allestire dibattiti? L'argenteria di Lionel Messi ribadisce che il titolo conquistato ieri è
soltanto il completamento di una storia, di un campione, di un ragazzo che si è liberato di un'ombra verso la quale si deve rispetto ma che appartiene definitivamente al passato, ad un'epoca differente, a un uomo diverso.
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