Lewis-Schumi, testa a testa per incoronare il più grande

Dal confronto di ogni loro Mondiale emerge che per rivali, compagni e difficoltà vince il tedesco

Lewis-Schumi, testa a testa per incoronare il più grande

Il settimo mondiale di Schumi passò quasi inosservato con l'Italia distratta dall'oro nella maratona olimpica di Stefano Baldini. Era il 29 agosto 2004 e la Ferrari vinci tutto era quasi una noiosa abitudine. Bei tempi a pensarci adesso. Nostalgia canaglia. Il settimo di Hamilton arriverà molto probabilmente domani e purtroppo oggi le distrazioni sono altre. Michael conquistò la settima corona a 35 anni dopo 207 gran premi; Lewis domani corre la sua 265esima gara e di anni ne ha 35 anche lui. Sono nati tutti e due sotto il segno del capricorno e gli astrologi potrebbero divertirsi un sacco a raccontare il significato del loro segno. Metterli uno contro l'altro è un gioco molto pericoloso, come sempre quando si paragonano i campioni di due epoche diverse. Ma è anche irresistibile.

Il primo mondiale

Schumi conquista il suo primo titolo nel 1994 alla sua quarta stagione in Formula 1 dopo 54 gare. Hamilton ci è arrivato al secondo tentativo dopo 35 gran premi. Lewis aveva due anni in meno e la cosa curiosa è che tutti e due lo hanno vinto all'ultima gara e con un solo punto di vantaggio sul rivale più vicino. Schumacher lo ha vinto con una delle sue manovre al limite (diciamo pure oltre il limite) dopo un incidente con Damon Hill ad Adelaide. Hamilton lo ha conquistato in Brasile dopo che Felipe Massa aveva già festeggiato il titolo. Due vittorie sofferte fino in fondo. Meritato quello di Schumi, nonostante l'ultima spallata. Quello di Hamilton lo avrebbe meritato Felipe, ma c'è chi nasce Paperino e chi Gastone. Schumi, nell'anno dell'addio a Senna, ci è arrivato con 8 vittorie e 6 pole, Hamilton con 5 successi e 7 pole. Tutti e due hanno ridicolizzato i loro compagni di squadra: Lehto, Herbert e papà Verstappen per Michael e Kovailanen per Lewis. Senza di loro Benetton e McLaren quei titoli non li avrebbero certo vinti.

Il secondo mondiale

Schumacher ha raddoppiato l'anno dopo nel 1995, Hamilton ha dovuto attendere sei anni e una nuova avventura con la Mercedes. Michael si è dovuto confrontare ancora contro Damon Hill, battendolo alla terzultima gara stagionale e lasciandolo poi 33 punti indietro grazie a 9 vittorie e altri due podi. Hamilton ha inaugurato l'era delle power unit ibride nel 2014 vincendo il titolo all'ultima gara perché quell'anno la follia di Ecclestone aveva assegnato punteggio doppio all'atto finale. Lewis arriva ad Abu Dhabi con 17 punti di vantaggio su Rosberg e chiude il discorso con 67 lunghezze sul compagno di squadra con una vittoria finale da 50 punti. Nove i successi di Schumacher, undici quelli di Hamilton. L'aritmetica dice che è stata più difficile l'impresa dell'inglese della Mercedes, ma la realtà è stata diversa perché Hill era un avversario vero, Rosberg non ancora.

Il terzo mondiale

Il terzo di Schumi è il primo da ferrarista, il più sudato, il più combattuto dopo un lungo inseguimento a Mika Hakkinen, il suo avversario più duro e più fiero. Il finlandese si è arreso solo a Suzuka alla penultima gara stagionale, la terza vittoria consecutiva dopo Monza e Indianapolis. Nove vittorie e nove pole per un risultato che entra nella storia: dopo 21 anni interrompe il digiuno Ferrari. Il suo terzo titolo Hamilton lo vince ancora contro il compagno di squadra Rosberg: dieci vittorie a sei e giochi fatti a quattro gare dalla fine. Quasi una passeggiata. L'impresa di Schumacher è storica, quella di Hamilton in confronto è quasi banale.

Il quarto mondiale

Nel 2001 Schumacher comincia a passeggiare. Diventa campione alla tredicesima delle 17 gare in calendario, il suo rivale più vicino è il compagno di squadra Barrichello lontano 56 punti e mai in grado di sfidarlo davvero. Per manifesta inferiorità non per ordini di squadra. Hamilton arriva al quarto titolo nel 2017 dopo aver perduto il testa a testa con Rosberg nel 2016 (il buco nero nella sua striscia infinita), ci riesce battendo Vettel e la Ferrari a tre gare dalla fine. Il vantaggio è di 46 punti, ma con 9 vittorie contro le 5 di Seb. Un vero spalla a spalla non c'è stato realmente anche se fino a Monza il ferrarista era davanti in classifica (+ 7). Ad aiutarlo è stato l'incredibile autoscontro alla partenza di Singapore tra Vettel (che era in pole) e Raikkonen e poi la rottura del motore Ferrari (per una candela) in Giappone.

Il quinto mondiale

Il quinto di Schumi nel 2002 è un record di precocità. Michael è campione già in luglio a Magny Cours all'undicesimo dei 17 gran premi in calendario. La Ferrari non ha avversari tanto che vince 15 gare (11 Michael e 4 Rubens). Una vera passeggiata perché anche in questa occasione Barrichello non è un vero avversario con Todt che gli nega pure la vittoria in Austria (e poi se ne pentirà). Hamilton aspetta la terzultima gara per festeggiare il quinto mondiale nel 2018, ma in realtà Vettel, il suo rivale per il titolo, sparisce dall'orizzonte già in Germania quando esce di pista mentre è al comando. Seb non si riprenderà più da quell'errore. Hamilton non sbaglierà più un colpo.

Il sesto mondiale

Nel 2003 Schumacher deve attendere l'ultima gara della stagione per avere la meglio su Raikkonen. Due punti di vantaggio sono il suo distacco minimo nell'era ferrarista e Michael strappa il mondiale con il punticino dell'ottavo posto incassato in Giappone mentre Barrichello toglie la vittoria e il titolo al finlandese. Lui vince 6 volte, Raikkonen solo una, ma con sette secondi posti resta in lotta fino in fondo. «È stata la gara più dura della mia vita», dice Michael. Nessuno aveva mai vinto tanti mondiali. Hamilton eguaglia il suo record 16 anni dopo battendo la molto più esigua resistenza del suo compagno di squadra in gara aritmeticamente fino al terzultimo gran premio, ma in realtà mai in grado di impensierirlo.

Il settimo mondiale

L'ultimo di Michael arriva 207 gare dopo il suo debutto, sulla stessa pista dove aveva esordito 13 anni prima. Tra il suo primo titolo e il settimo sono passati 10 anni, 11 stagioni e 65 vittorie. Anche il settimo è una passeggiata. È già campione a cinque gare dalla fine e il suo rivale è un non rivale: Rubens Barrichello. Un po' come il Bottas di quest'anno per Hamilton che vincerà il suo settimo titolo 12 anni, 13 stagioni e 66 (per ora) vittorie dopo il primo.

Chi vince il confronto?

Numeri a parte, Schumacher ha dovuto sudare di più per conquistare i suoi mondiali. Ha avuto avversari veri come Hill, Hakkinen e poi Kimi.

Hamilton, a parte il primo Massa e poi un Vettel fuori gioco sempre troppo presto, ha dovuto combattere solo contro il compagno di squadra. Se fossimo su un ring l'arbitro alzerebbe il pugno di Michael Schumacher. Ma Hamilton non ha ancora finito di combattere.

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