L'Inter c'è, il vantaggio di Inzaghi sulle altre

Squadra che vince non si cambia: all'Inter tutto resta uguale a partire da Inzaghi

L'Inter c'è, il vantaggio di Inzaghi sulle altre
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Dopo appena due prove, Taremi è già diventato l'uomo nuovo dell'Inter. Ha impiegato pochissimo tempo grazie a due qualità ampiamente riconosciute: l'amicizia collaudata con il gol mostrata anche col Porto, l'inserimento in un gruppo che ormai gioca a memoria anche in assenza di pilastri. Sembra l'avviso ai naviganti della prossima stagione che l'inseguimento alla prima della classe diventerà ancora più complicato grazie al fatto che non è cambiato il maestro d'orchestra, Simone Inzaghi, e nemmeno gli interpreti più importanti. Anzi, in due ruoli l'Inter sulla carta già forte, poteva e doveva rinforzarsi e l'ha fatto prima di tutti: in porta con Martinez, vice Sommer al posto di Audero, e con Taremi appunto che nelle gerarchie è destinato a togliere il posto ad Arnautovic, trascurando Zielinski arrivato per far riposare Mikhitaryan. Chi insegue l'Inter ha cambiato quasi tutto. Innanzitutto il tecnico, a ruota il sistema di gioco per non parlare della rosa dei titolari in larga parte ancora da ridisegnare sia a Torino che nella Milano rossonera e a Napoli dove aspettano la partenza di Osimhen per dare vita al ritorno di Lukaku. Il debutto della Juve ha dato vita a un processo di Norimberga in formato calcistico senza considerare le assenze eccellenti, la rivoluzione del centrocampo e le nuove direttive tattiche del tecnico ex Bologna ancora da metabolizzare. Così funzionano i social: si sono esaltati i no Max, nemici dichiarati di Allegri, e sono insorti i no Thiago. Fonseca si è salvato con 3 gol rifilati ai primavera del City come se dalle sue parti ci fossero soltanto i titolarissimi: di sicuro sono emersi qualche difetto antico (in difesa) e qualche talento rilucidato (Chukwueze) e qualche vitamina in più (Saelemaekers) cui ha fatto benissimo l'anno vissuto alla scuola di Motta.

È sicuramente presto per tirare conclusioni ma di certo il mercato del Milan è tutto ancora da decifrare e da pesare perché mancano all'appello due difensori, un centrocampista di copertura e l'alter ego di Morata. Così dicasi per la Juve. E allora invece di allestire processi a porte aperte, è forse il caso di aspettare qualche settimana.

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