Milano - Si fa presto a dire che tutte le partite sono uguali e che, alla fine, valgono tutte quante tre punti. Per Inter e Roma, quarta e quinta in classifica, era una specie di derby. Perché se è vero che alla fine manca ancora un'eternità, è anche vero che il quarto posto che vale la Champions è obiettivo troppo ghiotto per perdere colpi, specie se contro una diretta avversaria.
E allora tutto rinviato a data da destinarsi con un pareggio che forse scontenta tutti ma che alla fine è il risultato più giusto per quello che si è visto in campo tra due squadre che non sembrano le stesse che tanto avevano fatto sognare le tifoserie solo un paio di mesi fa. Una partita decisa dagli episodi che lascia pienamente aperti i sogni di gloria di entrambe le squadre che, comunque, possono e devono fare di più.
Due squadre che stanno vivendo questa sessione di calciomercato con umori radicalmente opposti. Da una parte l'Inter sta cercando in tutti i modi di migliorare la rosa, con gli arrivi di Lisandro Lopez (già in panchina) e Rafinha conclusi e alla ricerca di almeno un altro innesto per avere più alternative in fase offensiva; dall'altra una Roma che ha esposto a Trigoria il cartello vendesi, con Dzeko e Nainggolan indiziati a partire per dare ossigeno alle casse della società. Due modi agli antipodi di intendere il mercato e assorbiti in maniera diversa. L'Inter infatti sembra ancora un cantiere con polvere e calcinacci un po' dappertutto. Dimostrazione sia la bocciatura clamorosa di Gagliardini che dopo tre palloni dolorosamente persi in mezzo al campo ed una posizione mai trovata ha fatto infuriare Spalletti, pronto a sostituirlo con Brozovic ancora prima della fine del primo tempo e risparmiato dell'umiliazione solo per caso, con il cambio a inizio ripresa. La Roma invece, pur senza brillare in maniera eccessiva, fa la sua partita, macina il suo gioco e dà l'impressione di essere più squadra. Quadrata, ordinata e consapevole dei propri mezzi, sia nei limiti che nelle qualità con un'identità precisa a prescindere dagli interpreti, vedi l'intercambiabilità di Gerson e Nainggolan, che ballano in alternativa tra il centrocampo e la trequarti.
La partita non è bellissima e per nulla spettacolare, vive di folate improvvise dettate più dal caso che dalla tecnica. Passano 28 minuti per vedere un'occasione nitida e tocca all'Inter. Prima Perisic calcia da due passi e Alisson respinge, poi Borja Valero non trova la porta col tap in. Passano solo due minuti e la partita si sblocca. Alisson rilancia lungo, Santon liscia clamorosamente di testa e lascia campo libero a El Shaarawy che davanti ad Handanovic è freddissimo nello scavetto che regala il vantaggio alla Roma. L'Inter accusa il colpo ma anche se con disordine ci prova, specie nella ripresa con un Icardi ancora alla caccia del gol numero 100 in serie A. L'argentino sfiora il pari con una girata che incoccia il palo al 27' e otto minuti più tardi si vede respingere il tiro da dentro l'aria da un ottimo Alisson. Anche il caso e la sfortuna sembrano mettersi di traverso per i nerazzurri. Ma quando alla fine mancano solo 4 minuti ecco l'episodio che cambia la gara. Brozovic crossa dalla sinistra e Vecino, lasciato solo in area, di testa fa uno a uno.
Giusto così. L'Inter respira ed evita una sconfitta che avrebbe pesato tantissimo soprattutto mentalmente e, sperando che i nuovi si inseriscano bene e in fretta, può riprendere la corsa.
La Roma rimanda l'appuntamento con l'eventuale aggancio al recupero di mercoledì contro la Sampdoria e spera che i suoi gioielli non lascino sguarnita una squadra dal potenziale in ogni caso importante. È un pareggio che forse scontenta tutti ma che alla fine non fa male a nessuno.
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