L’Inter ha trovato una squadra con una difesa peggiore della sua. È già una bella soddisfazione. Ed infatti la partita ha risposto a tono: ne sono sortiti 5 gol per i nerazzurri, ma 4 per il Genoa, quattro rigori (3 per il Genoa), due espulsioni, una vittoria che ormai è merce rara (l’ultima il 22 gennaio: 2-1 alla Lazio), 18 tiri intersisti contro i 13 del Genoa. In sintesi: non è una cosa seria. Alla faccia di chi avrà la faccia tosta di parlare di calcio spettacolo. Forse non sapendo cos’è il calcio e nemmeno lo spettacolo calcistico.
Poi adesso ci saranno i soliti adulatori che daranno i meriti a Stramax (leggi Stramaccioni creatura morattiana) e a Max, nel senso di Moratti. Meglio rivolgersi a StraMilito, uno che fa gol a differenza di chi sta in panchina e altrove. E qui stanno i problemi dell’Inter: ieri, oggi e domani. Contano tutti: dai lecchini (vox curvae) agli allenatori sfogliati a ritmo record, dagli umori del retrobottega e quelli del presidente, dai fantasmi (Mou) richiamati ad ogni attimo di delusione ai lapidati speciali (elenco lungo). Ieri il popolo della curva ha inviato a Moratti un messaggio scritto su un grande striscione: «Presidente abbiamo capito che sei bravo a esonerare allenatori. Ma quando lo farai con i lecchini e i servitori?». Ecco, mai pensare che conti soprattutto la squadra, con i suoi interpreti. E magari chiedere un rinforzo in calciatori.
Contro il Genoa, l’Inter ha giocato come sempre, stessi uomini, qualche piccola revisione tattica (Zarate che finge di giocare esterno, Forlan costretto al ruolo) ed ha rischiato la figura di sempre. Unico vantaggio: il Genoa ha la peggiore difesa del campionato e ieri si è impegnato a mantenere il primato.
Partita piena di cambi di scena, ma lanciata sullo stesso refrain. L’Inter rischia, il Genoa rischia di più. E così ne sono sortiti i primi due gol di Milito, il terzo (forse decisivo per tener tranquilli i nerazzurri) segnato da Samuel. Il Genoa difensivo non è neppur degno di un gruviera. Milito ha segnato reti come sentisse una croce addosso (infatti non ha mai esultato), ma è stato un fratello crudele. Sebastian Frey, il portiere grifone, invece ha fatto la parte di un ex interista compiacente. Per non parlare delle goffe figure di Kaladze, ex milanista. Inter più arrembante sulle fasce rispetto ad altre volte. Nella ripresa anche Guarin, all’esordio, ha mostrato il suo sangue e la forza fisica. Genoa dinosauro per un tempo. Meno flaccido nella ripresa. I nove gol sono stati il segno di una tradizione rispettata, ed anche la vittoria nerazzurra. In queste due stagioni è stata la quarta sfida a San Siro, tra campionato e coppa Italia: l’Inter ha sempre vinto e segnato un totale di 15 gol, dieci nelle partite di campionato. Dunque siamo alla fotocopia perfetta.
Inter-Genoa è una partita destinata a far bene al fegato nerazzurro che, però, ieri non ha gradito i tre rigori contro. Una statistica, non a caso comparsa sul sito, dice che l’Inter detiene il record di rigori avversi (9, come Genoa e Cesena) ed ha eguagliato quello storico della stagione ’85-’86. Stramax se l’è cavata con una frase furbetta. «Niente male, un esordio con tre rigori contro». E Branca ha esplicitato i dubbi su due di essi. I rigori c’erano, poi ognuno può attribuire peso diverso al braccio largo di Zanetti e alla gamba levata di Sculli (gioco pericoloso?) e Lucio.
Fra tante brutture, al tirar delle somme la pennellata calcisticamente più bella è stato il gol di Zarate: destro con pallone a girare che ha rivalutato altro calcio taroccato. Se poi l’Inter sia squadra che può pensare ancora al posto Champions e Stramaccioni sia allenatore con il futuro in tasca, è ancora tutto da scoprire. Salvo rivolgersi agli adulatori di cui sopra.
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