È possibile che domani, ospitando lo Stoccarda nel terzo turno di Champions, la Juventus torni a mostrare la propria miglior versione: fluida nel gioco, produttiva in attacco (sei gol in due partite) e bella da vedere. Del resto è già successo contro Psv Eindhoven e Lipsia, quest'ultima battuta in trasferta nonostante l'inferiorità numerica: questione di motivazioni, ma anche del modo in cui gli avversari giocano in Europa, certamente più aperti e disposti a darle ma anche a prenderle senza tatticismi esasperati.
Diverso è invece quanto accade in Italia: difese molto più strette e attente, accorgimenti che altrove non si vedono (per dire, contro la Lazio Douglas Luiz la cui casa è stata svaligiata nella notte - è stato a lungo seguito quasi a uomo da Guendouzi) e in sostanza un gioco sporco che punta a essere soprattutto redditizio. Succede così che alla Juve bianca ammirata in Europa si affianchi una Juve nera che in Italia fa più fatica. Intendiamoci: la squadra di Thiago Motta è a meno tre dalla vetta della classifica occupata dal Napoli, non ha ancora subìto un gol su azione dall'inizio del campionato (la sola rete al passivo è arrivata su rigore, contro il Cagliari) e si è strada facendo confermata squadra solida come quella dei tempi del terzetto formato da Barzagli, Bonucci e Chiellini. Tuttavia rimangono alcune zone d'ombra che andranno pian piano riportate alla luce, per ambire ai massimi traguardi e per dare una spolverata al concetto di bel gioco che per esempio contro la Lazio non si è visto.
In questo ambito, una tirata d'orecchi va fatta per esempio a Yildiz il quale, con la 10 di Del Piero sulle spalle, ha finora raccolto ben poco in campionato: zero gol e due assist non sono infatti il bottino auspicato dopo otto partite e 604' trascorsi sul prato, pur considerando il fatto che si sta pur sempre parlando di un classe 2005 alla sua prima vera stagione da protagonista. Arriverà certamente anche il suo momento, ma nel frattempo una certa difficoltà a trovare la via della rete in serie A va certamente ascritta anche alla sua mancata produttività.
Di contro, appunto, c'è una retroguardia quasi insuperabile: Kalulu utilizzato sia da esterno che da centrale - si sta per esempio confermando difensore di assoluto livello e viene da chiedersi come abbia fatto il Milan prima a ignorarlo e poi a sbolognarlo quasi fosse un ferro vecchio.
Così che, pur in assenza di Bremer, quello difensivo è il reparto che oggi desta meno preoccupazioni: mai, in serie A, la Juve aveva incassato un solo gol dopo otto partite. Un bilancio che non ha eguali nemmeno nei top 5 campionati europei.
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