ll Verona chiude in 9 e ferma il Napoli nel suo fortino

I veneti hanno imbrigliato i padroni di casa con il pressing e le marcature a uomo a centrocampo

ll Verona chiude in 9 e ferma il Napoli nel suo fortino

Marcature spietate su Osimhen e sui portatori di palla: così il Verona ha interrotto la corsa del Napoli, che mai si era inceppato al Maradona. Aiutato anche dalla buona sorte, venuta in soccorso sotto forma di due pali. Il fiato corto dei partenopei ha fatto il resto ma si è intuito subito che gara sarebbe stata. Difficile per il Napoli, perché Tudor ha esasperato i suoi concetti base, ovvero pressing e marcature tassativamente a uomo a centrocampo per limitare il palleggio azzurro. Tameze su Zielinski, Veloso su Anguissa e Barak su Fabian Ruiz sono state le mosse del tecnico veneto per impossessarsi della linea mediana e ficcare velocemente la testa tra le linee per sorprendere la difesa meno battuta del campionato. Scelta propizia perché per buona parte del primo tempo ha retto meglio il settore centrale ospite, con Barak che in fase di costruzione del gioco si defilava sul lato di Mario Rui per attaccare la profondità.

Esattamente quello che è accaduto in occasione del vantaggio, giochino del veronese che lascia a terra il mancino e assist impeccabile per il tocco ravvicinato e vincente di Simeone, ancora a segno. Ebbrezza durata poco perché dal lato opposto anche il Napoli si è messo a martellare e quando Osimhen e Politano hanno trovato i varchi giusti sono stati dolori per Montipò, beffato da Di Lorenzo sull'azione del pareggio e fortunato sul sinistro del centravanti nigeriano finito sul palo. I gol hanno spezzato la partita, nel senso che entrambe le formazioni hanno compreso di poter vincere e allora è saltato tutto, dalle accorte marcature all'agonismo fino al fair-play tra i due allenatori.

Nella ripresa il Napoli, in campo con le maglie celebrative nel ricordo di Diego, ha pagato più degli avversari la stanchezza: s'è visto maggiormente nella metà campo avversaria ma ha peccato in precisione e ordine tattico. È stato anzi il Verona ad avere una ghiotta chance ma Barak si è fatto neutralizzare da Ospina uno di quei sinistri da ottima posizione che raramente fallisce.

Poteva succedere di più con il palo di Mertens e le due sciocche espulsioni nel finale di Bessa e Kalinic (entrambi subentrati dalla panchina) ma non è successo. Niente hanno potuto nemmeno i proverbiali cambi di Spalletti, segno evidente che mancava freschezza pure in panchina.

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