Mancini prende ancora tempo e non si dimette

Roberto Mancini ha parlato così in conferenza stampa prima di Turchia-Italia: "Mi fa piacere, non è facile prendere decisioni a caldo dopo una delusione così"

Mancini prende ancora tempo e non si dimette

Roberto Mancini si vuole prendere ancora del tempo prima di decidere cosa fare. "In questi giorni ho parlato con il presidente Gravina e siamo allineati. Facciamo questa partita che va rispettata e poi ci rivedremo in settimana senza alcun tipo di problema. Bisogna ripartire per forza, la delusione è grande, ma non dimentichiamo che questa squadra ha vinto l'Europeo sei mesi fa. Ripartiamo da qui", le parole del commissario tecnico alla vigilia del match contro la Turchia.

Il tecnico jesino in questi giorni si è sentito "coccolato" dalla Federazione e dalla maggior parte dei tifosi azzurri e queste sensazioni le ha avvertite tutte: "Mi fa piacere, non è facile prendere decisioni a caldo dopo una delusione così. Questi ragazzi hanno fatto un percorso straordinario e si meritavano il Mondiale. Dobbiamo capire gli errori e ragionarci". La sensazione è che il ct alla fine possa decidere di rimanere ancora al timone per puntare ai prossimi Europei e ai prossimi, lontanissimi, Mondiali del 2026.

I rimpianti

Mancini ha poi ripercorso l'amaro girone di qualificazione: "È inutile stare a trovare spiegazioni... Il nostro gruppo dovevamo vincerlo almeno con due punti di vantaggio sulla Svizzera. A Basilea la partita doveva finire 3-0, in Bulgaria doveva finire in goleada. La squadra ha sempre giocato: può essere stata più imprecisa ma questo è il calcio, le cose ci sono andate storte. La gara di Basilea la ricordate tutti: dovevamo vincere 2-0 stando stretti... Però è così, inutile stare a pensare o a cercare scuse. È accaduto ciò che è accaduto, dobbiamo accettarlo".

Il ct ha concesso ad alcuni giocatori di rientrare nei rispettivi club di appartenenza con il Mancio che ha spiegato: "Io li ho obbligati ad andare via perché se posso fare qualcosa per loro e per i club noi lo facciamo... Non avrebbero giocato, alcuni non erano al meglio fisicamente. Alcuni di loro li ho obbligati ad andare: il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima, non gli ha fatto giocare l'FA Cup. Anche Florenzi e Politano, non al meglio, li ho rispediti a casa perché non avrebbero giocato.

I ragazzi in questi anni hanno meritato tanto, non è stato solo un Europeo ma un tragitto lungo tre anni con una serie di partite senza sconfitte e va dato merito a questi ragazzi. Ci sono qui calciatori speciali, è stato creato un gruppo speciale: non sono nel gruppo squadra, ma anche tutto ciò che c'è intorno".

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