Una mano dalle regole. Ma la Rossa è pronta anche per fare la pole

Le gomme larghe contro gli estremi aerodinamici di Mercedes e Red Bull

Una mano dalle regole. Ma la Rossa è pronta anche per fare la pole

La stupenda vittoria della Ferrari nel Gp d'Australia spinge gli appassionati a compiere indagini tecniche e riflessioni, per una buona comprensione e per guardare avanti, verso i prossimi sviluppi della contesa mondiale. E al primo posto si colloca sempre il fattore progresso: sì, come già sottolineato, il Cavallino ha compiuto grandi passi avanti di motore e di telaio. Ma l'aspetto nuovo, a parte le trasformazioni interne, senza un grande progettista di fama, ma con vari responsabili di settore davvero eccellenti, è dato dalle innovazioni di regolamento, con il noto passaggio alle gomme esageratamente larghe. Potrà apparire strano, ma ciò ha avuto ripercussioni più grandi di quanto si possa credere.

Infatti, ha costretto a rivoluzionare le sospensioni, per geometrie e cinematismi, con la nota costante che le macchine sono diventate più difficili da spingere ai limiti. Ebbene, è qui che ha potuto affiorare la consumata esperienza della Ferrari, nel proporre soluzioni avanzate, come altri costruttori di vertice, ma più sensate. Così, si possono allestire configurazioni da gara migliori, lontano da esasperazioni e molto efficaci nella normale condotta. Se solo un grande campione può oggi, con queste gomme, andare a limiti incredibili, con una sensatezza d'autotelaio può farlo riducendo gli azzardi.

Se si osservano da vicino una Mercedes e una Ferrari stile 2017, si nota che la prima è la più avanzata in assoluto per le sospensioni, mentre la seconda, apparentemente più tradizionale, contiene tutte le evoluzioni, ma in forma più semplice, per eliminare difficoltà e rischi. I costruttori di freni, ad esempio, fanno presto a dire che ora si possono superare i 6 g di decelerazione; ma poi sono i piloti che devono andarci e non è tutto così semplice, anche nel rispetto delle gomme. E abbiamo visto a Melbourne che una British-Mercedes, già ridimensionata, assieme alla Rbr, con l'eliminazione delle illecite sospensioni semi-attive, ha potuto compiere un confronto tanto più equilibrato con la Ferrari.

L'insuccesso è stato decretato dalle gomme ultra-soft precipitosamente sostituite al 17° giro, contro i 23 condotti da Vettel. Eppure Hamilton non ha sopportato un tracollo evidente. Al riguardo, ho tracciato un diagramma dei tempi sul giro in www.formula1benzing.eu, visivamente facilissimo, che il lettore potrà consultare per maggiore documentazione, osservando che, in parallelo con l'ottima resa della Ferrari, non c'è stato un giustificabile degrado per la Mercedes. È stata soltanto una eccessiva anticipazione, decisa proprio perché è sempre favorito chi anticipa. Errore strategico, giacché al box sanno dove si colloca ogni rientro. Tanto che Hamilton ha incontrato enormi difficoltà: le sue dichiarazioni sul traffico non sono state delle patetiche scuse. Infine, preme il fattore-potenza: con una Mercedes alla soglia dei 1.

000 CV, la Ferrari SF70-H è giunta a meno di 15 cavalli di differenza, nei più spinti allestimenti da qualifica. In questa occasione ha ottenuto una partenza in prima fila, con Vettel allo 0,33% di distacco percentuale dal miglior tempo sul giro, contro lo 0,85% di fine 2016. Ancora un piccolo sforzo, e sarà da pole position.

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