«Come va, Maestro?». «Ora bene caro Max, ma ti vorrei discepolo più attento. Troppo spesso butti la palla in corner. Invece nelle polemiche e contestazioni bisogna andar dritti contro il rumore del nemico. Lasciarli senza parole. Hai questo anno per esercitarti». Questa è una chiacchierata che mai avverrà, ma esiste nei fatti. Il Maestro è Mourinho, Max Allegri l'Allievo di talento. Non parliamo di calcio giocato, ma di polemiche e contestazioni dove i due riescono sempre a ficcarsi al centro dell'interesse. E se Mourinho è un cattedratico, Max un talento in crescita. Si incroceranno sabato nell'Allianz torinese che al portoghese produce adrenalina e chissà che proprio Mou, tranquillizzato dall'attuale dolce vita romana, non sia un po' invidioso del collega allievo già sotto tiro. Max sente il rumoreggiare della stampa e di tutto il popolo bianconero. Per la verità non è gran novità: gli juventini tifosi sono più monotoni del gioco che contestano. Invece l'altro se la gode dopo aver riportato la Roma ai fasti di una coppa europea. Momento di gloria che ha cancellato i primi venti di contestazione di metà stagione: questo è bollito, ha perso il tocco magico e così via, si sentiva dire, pensare, scrivere. Ma la contestazione è la sorgente dei suoi superpoteri: quella comincia e lui risorge. E pur contestato da amici e nemici, solo a Milano lo hanno amato senza distinguo, alla fine si è sempre guadagnato l'onore delle armi. Regalandoci anche battute da Hall of fame: «Zero tituli», «Prostituzione intellettuale», «Non sono un pirla», il gesto delle manette, le tre dita del Triplete agli juventini.
Diversa la storia dell'Allievo che ha vissuto anni da arrampicatore sociale della panchina prima di approdare a Milan e Juve. Eppoi, quando finalmente ha pescato panche dorate, è finito nel girone infernale del tifo contestatorio (al Milan non solo tifosi) dove le sconfitte sono pesate più delle conquiste. Contestato dalla parte amica, mentre ai nemici sfuggivano sorrisetti. E se a Torino gli ha giocato contro l'amore a prescindere per Conte. A Milano c'è stato qualche errore di gestione. Eppure Allegri ha vinto scudetti, certo non comparabile a scudetti e Champions di Mou. Però se andate a leggere i pedigree, vedrete che sono gli allenatori più vincenti che allenano in Italia.
Mou ha fatto della Juve l'avversaria preferita anche nel gioco delle parole ed ha convinto tutti quando ha giurato che non l'avrebbe mai allenata. Allegri può dirsi tecnicamente più preparato del Maestro in materia calcistica. Ma non nel polemizzare. Mou ha vinto di più e sfidato la contestazione di ogni regno pallonaro. Allegri è fermo alle beghe nostrane.
Però hanno la sfrontata testa fredda di chi non vuol darla vinta a gente che ha solo cuore caldo. In un mondo di Signorsì meglio goderseli perché, a modo loro, sanno farci divertire. Ed ora vediamo se le 2 squadre saranno all'altezza del Maestro e del talentuoso Allievo. C'è da dubitarne.
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