Ospite di "Rabona", programma sul calcio di Rai 3 condotto da Andrea Vianello, l'ex allenatore milanista Sinisa Mihajlovic ha raccontato alcuni aneddoti interessanti sulla sua carriera di calciatore. Prima di diventare un tecnico di discreto livello, con diverse esperienze in Serie A tra Fiorentina, Bologna e Torino, Mihajlovic è stato uno dei giocatori più forti degli anni '90. Prima di esplodere in Italia con la maglia della Sampdoria, dove un'intuizione di Sven-Goran Eriksson lo trasformò in difensore da centrocampista quale era, tra il 1992 e il 1994 Mihajlovic giocò nella Roma del suo mentore, il mitico Vujadin Boskov. "A Boskov devo tanto", ha ammesso con gli occhi lucidi. Fu proprio il grande "Vuja" a portarlo in Italia dalla Stella Rossa, con cui vinse tutto compresa la Coppa dei Campioni 1991.
A confermare il rapporto di fiducia reciproca che legava allora Boskov e Mihajlovic fu la scelta condivisa di lanciare in prima squadra Francesco Totti. Nella stagione 1992/1993 Totti aveva solo 16 anni ed era il giocatore più promettente della Primavera giallorossa. "Un giorno - racconta Mihajlovic - lo vedo giocare a Trigoria. Aveva un grande talento, allora ho pensato di proporre a Boskov di convocarlo per la partita di campionato contro il Brescia. Avevamo diversi infortunati e magari, negli ultimi minuti, ci sarebbe stato modo di farlo entrare". Detto, fatto. "Vuja" chiamò Totti per il match del Rigamonti del 28 marzo 1993.
"A un certo punto - riprende Sinisa - vinciamo 2-0 e allora dico al mister: 'Mettiamo dentro il ragazzino'. Allora Boskov si gira verso la panchina e urla: 'Ragazzino' e si alza Muzzi, che era anche lui giovanissimo. e Boskov: 'No tu, altro ragazzino'. Il resto è storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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