Milan da Champions. Ci pensa Giroud contro i resti della Juve

Il francese decide una brutta partita e regala ai rossoneri un posto tra le prime quattro

Milan da Champions. Ci pensa Giroud contro i resti della Juve
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Dopo Inter e Lazio, anche il Milan timbra il cartellino e si qualifica per la prossima Champions league. Decisivo Giroud che si toglie uno sfizio, mai in gol contro la Juve da quando è a Milanello. Il suo sigillo, il 17esimo della serie, pesa e pesa parecchio perché condanna la Juve a un'altra sconfitta e consente ai rossoneri di chiudere in anticipo di una settimana la stagione. Basta un gol del Milan perché la Juve ne sbava un paio durante la prima mezz'ora e poi nella ripresa non riesce a scalfire il muro rossonero tornato al vecchio rendimento. Pioli può alzare le braccia al cielo, Allegri può soltanto pensare alle decisioni della Juve della prossima stagione.

Le motivazioni contano. E quelle della Juve si intuiscono al volo a capo di una partenza che sembra smentire tutte le censure dedicate alle abitudini di Allegri. Nella prima mezz'ora c'è solo la Juve sul taccuino e sul prato di Torino con personalità e una sequenza di buone occasioni (Cuadrado dal limite, Kean per Di Maria che svirgola come un principiante da posizione centrale, Chiesa dal limite con parata di Maignan) che fanno sognare i tifosi bianconeri, protagonisti di una manifestazione di protesta (contro il palazzo calcistico). Le motivazioni contano, d'accordo ma quelle del Milan che prevedono il pari come traguardo, non si coniugano con una prova di grande pregio. Spiegazioni sintetiche riferite alla prima frazione: perché Messias e Diaz non vincono i rispettivi duelli, perché Leao rimane isolato e sconsolato sulla sua fettuccia, solo Tonali e Krunic si battono mentre in difesa hanno occhi aperti. Il paradosso che è a dispetto di tutto ciò, è il Milan a passare davanti sul finire del tempo con la combinazione che è più frutto di improvvisazione che di una giocata provata e riprovata. Il cross di Calabria da tre-quarti ha la traiettoria telepilotata, Giroud da solo in area, in sospensione fa secco Gatti e pesca l'angolo lontano e scoperto della porta di Szczesny.

Preoccupato dal risultato e in particolare dal palleggio del Milan che documenta la difficoltà di Di Maria e Kostic a dare una mano al centrocampo, Allegri cambia sistema di gioco e i due sotto tono con Milik e Paredes mettendosi a 4 in difesa. Scoprendosi alle spalle, subisce a metà ripresa il contropiede velenoso di Giroud che serve Saelemaekers un cioccolatino da scartare: la risposta del portiere polacco è un autentico prodigio. Nei cambi di Pioli emerge un retroscena (cioè Rebic e Bakayoko mandati in tribuna per scelta tecnica): quando serve sostituire Leao bisogna ricorrere a Ballò Tourè oltre a Pobega (per Diaz). Prima di congedarsi il portoghese, con le pile scariche, si segnala per uno sprint dei suoi concluso con un tiraccio sulla curva.

La Juve chiude invadendo la metà-campo del Milan che riesce a difendersi tradendo solo qualche affanno sui duelli in quota che sono una specialità della casa bianconera. E infatti su uno di questi Danilo ha l'occasione migliore, in pieno recupero, per la deviazione vincente sulla quale si oppone Kalulu.

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