I conti cominciano a tornare anche nel bilancio del Milan. All'assemblea degli azionisti di ieri, le cifre presentate da Ivan Gazidis (ha parlato in perfetto italiano) e commentate dal presidente Paolo Scaroni, sono l'indice plastico del risanamento in atto. Il rosso, rispetto a quello dello scorso anno, è più che dimezzato, a meno 96,4 milioni mentre il consolidato è stato di 98 milioni. Tra i segnali più promettenti, i ricavi: la produzione salita a 261,1 milioni. Di qui l'ottimismo dichiarato del club che, parole di Scaroni, «è convinto di azzerare le perdite in tre anni». Rispondendo agli azionisti, l'ad Gazidis ha chiarito una serie di concetti fondamentali: 1) «il club è davanti a tutto», così da far intendere il perseguimento del «calcio sostenibile»; 2) «rafforzare la squadra resta un obiettivo primario»; 3) «nei cambi, dal punto di vista del rendimento, non abbiamo sofferto». Evidente il riferimento alla partenza di Calhanoglu e Donnarumma. Qui Gazidis è stato molto esplicito: «Agenti e calciatori si comportano come se il covid non fosse mai esistito e per reclamare contratti portano i loro assistiti a scadenza». Indiretta risposta alle esose richieste dell'agente di Kessiè che in privato smentisce gli 8,5 milioni mentre è il conto, salatissimo, che presenta al tavolo con Massara. Interessanti anche alcune cifre riferite al calciomercato. Per esempio è possibile apprezzare i soldi spesi per Ibrahimovic giunto a zero nel gennaio di un anno fa: 800 mila euro la commissione, briciole rispetto a certe pretese, così come il riscatto di Rebic (6,7 milioni) o il prestito per il primo anno di Diaz (200 mila euro).
Confermato il risparmio di 5 milioni dal Brescia rispetto ai 10 versati come prima rata per Tonali. La quota d'ingresso pagata per entrare nella Superlega è stata di 2 milioni. Gordon Singer è entrato nel cda al posto di Gianluca D'Avanzo.
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