Il Milan non c'è più. E adesso è il Toro a sognare in grande

Gattuso al capolinea: Champions lontana I granata volano con un rigore generoso

Il Milan non c'è più. E adesso è il Toro a sognare in grande

nostro inviato a Torino

Se avere un tono dimesso, evidenziare i difetti e far pensare di guidare una squadra a fine corsa è stata una strategia, allora quella di Gattuso è rimasta vincente soltanto nelle intenzioni. Può anche aver ritrovato, almeno in parte, l'anima che cercava nella sua squadra ma i risultati continuano a non arrivare e a far festa è il Torino che ferma il Milan e lo agguanta in classifica. Dietro la Roma momentaneamente quarta e in attesa dell'Atalanta che questa sera potrebbe conquistarsi la quarta piazza solitaria. Tanti però restano i rimpianti di Gattuso. A partire dal rigore di Belotti che ha sbloccato la partita. Dubbio, molto dubbio, anche se il Milan (era il 13' della ripresa) avrebbe avuto tutto il tempo per rimettere in sesto la partita. E invece, anche se con un po' di sfortuna sotto forma di traversa e interventi top di Sirigu, è mancato lo strappo decisivo. Con tanto di perdita della testa, vedi rosso diretto a Romagnoli, nel finale.

Era una partita da dentro o fuori, tanto per il Milan quanto per il Torino ma se per i granata la Champions league era un sogno non preventivabile ad inizio stagione, il quarto posto per i rossoneri era l'obiettivo da raggiungere ad ogni costo. E adesso la stagione del Milan rischia di diventare fallimentare con inevitabile processo a Gattuso.

Il tecnico del Milan lancia Cutrone dal primo minuto al centro dell'attacco con Piatek in panchina. Per il resto c'è il rientro tanto atteso di Paquetà in mezzo al campo con avanti gli spenti Suso e Calhanoglu. Mazzarri senza Zaza e con Iago Falque da poco recuperato, sceglie un modulo più prudente con il solo Belotti in avanti e Berenguer come supporto. La partenza, come previsione, è più fisica che tecnica ma a picchiare di più, contro i pronostici, è il Milan con Suso, Conti e Paquetà che si beccano tre gialli nel primo quarto d'ora. E la richiesta di metterci l'anima di Gattuso, almeno qui, va a buon fine. Pure troppo. Comunque è il Milan a creare qualcosa in più, soprattutto con un tiro da fuori di Suso alla mezz'ora su cui è bravo Sirigu a respingere mentre il Toro, bravo ad accorciare a metà campo e a ripartire, è tutto in un paio di mischie e in un tiro di Belotti che non fanno troppa paura a Donnarumma.

La ripresa si accende subito in un crescendo di polemiche. Prima Mazzarri viene espulso dopo aver richiesto con troppa foga il secondo giallo per Suso, poi i granata chiedono il rigore per un presunto tocco di mano di Musacchio, quindi Guida (minuto 12') assegna il penalty al Toro per una spinta di Kessiè su Izzo. Rigore che sembra molto generoso e che l'arbitro non va a rivedere al Var accontentandosi del check audio. Belotti rimane freddo e non sbaglia tra le proteste rossonere. Gattuso cambia subito, fuori Suso e Paquetà, dentro Borini e Piatek. La scossa sembra arrivare ma il colpo di testa di Bakayoko al 22' si stampa sulla traversa. Ti aspetti il forcing rossonero ma dopo nemmeno due minuti, Berenguer raccoglie una respinta della difesa rossonera e dal limite pesca l'incrocio dei pali battendo Donnarumma. È l'episodio che spezza definitivamente le gambe al Milan. Romagnoli si fa cacciare per un applauso sciocco a Guida e nel finale il Torino in superiorità numerica amministra senza patemi.

La lotta Champions diventa ancora più accesa, con Atalanta, Roma e Lazio, oltre a Milan e Torino, a giocarsi un posto al sole.

Ma per i rossoneri visti nelle ultime uscite, ora si fa davvero dura. Quando non si è più padroni del proprio destino e non c'è più nulla da difendere, anche l'anima, da sola, se davvero ritrovata, può davvero molto poco.

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