Il Milan in tre minuti torna indietro un anno

Un clamoroso autogol di Zapata manda la squadra in confusione. Il Palermo raddoppia, Diego Lopez evita il peggio, Inzaghi fa flop

Il Milan in tre minuti torna indietro un anno

Naufraga anche il Milan e il disastro di Milano calcistica è così completo. Affonda sotto i colpi del Palermo che fuori casa è proprio un'altra squadra, mai in soggezione anzi subito coraggiosa nel pressing e nell'attaccare l'area rossonera dove solo un portento di portiere, Diego Lopez, può impedire alla sconfitta proporzioni vistose. Naufraga il Milan, impallinato dai primi fischi della stagione, per la terza volta impietrito dinanzi alla possibilità, matematica, di restare al terzo posto in compagnia della Samp, prossimo rivale. Si interrompe anche la famosa striscia dei famosi sei risultati positivi consecutivi, esibita come medaglia al petto dal prode Inzaghi. Quello del Milan è un pericoloso salto all'indietro che produce effetti spaventosi non solo sulla classifica ma anche su tutto il gruppo e sulla missione del suo giovane tecnico: non c'è più traccia della ritrovata solidità difensiva, smarrito il talento di Honda e di Menez, e anche la fiducia nei confronti di Torres è un investimento sin qui senza ritorno. Insomma tutto il Milan, lanciato verso la passeggera gloria, viene respinto dalla opposizione mai banale di un Palermo, maltrattato più dal suo presidente che dalla propria effettiva cifra di gioco. Un Palermo che non concede varchi a quel rivale che ha sempre gli occhi a terra, sul pallone e arranca in modo vistoso.

Il disastro milanista della prima frazione nasconde un peccato originale, e allora da qui bisogna cominciare per spiegare ai più la rovinosa caduta dopo appena 45 minuti, 0 a 2 e tutti a prendere il tè dell'intervallo. La presenza di Alex, terza presenza consecutiva in una settimana, è un rischio valutato fino a poche ore dal via a causa dei suoi muscoli logorati e infatti al primo gesto improvviso (palla sbilenca toccatagli da un Abate capitano irriconoscibile) gli salta il flessore della coscia destra e deve farsi da parte per far posto a Zapata, costretto a entrare a freddo, senza nemmeno un canonico scatto per scaldare i motori. Il colombiano ne risulta presto condizionato a tal punto da continuare a farsi massaggiare e a toccarsi la coscia prima di "sbavare" su angolo la palletta del vantaggio palermitano e di concedere poi lo spunto a Dybala che lo lascia secco in area prima di confezionare il comodo pallonetto del 2 a 0.

Nel frattempo, prima e dopo l'episodio centrale che non depone a favore dello staff tecnico, c'è solo il Palermo che sbanca San Siro con autoritaria partenza, conquista palla, gioca secondo triangoli collaudati e chiama alla ribalta Diego Lopez, protagonista di una striscia strepitosa di interventi che evita l'umiliante goleada. A parte l'accidente ad Alex e le difficoltà patite da Zapata, il Milan non è mai lucido o efficace, persino i suoi puntelli, Honda e Abate per esempio, tradiscono un vistoso calo di rendimento per trascurare Menez che pensa di giocare da solo e perde almeno 10 dribbling di fila tra le proteste, legittime, degli intimi di San Siro. Meritatissimo allora quel po' po' di castigo. L'arrivo, nella ripresa, di El Shaarawy e Pazzini non aggiunge granchè alla prova insipida e deludente di tutto il Milan né alla consistenza dei suoi attacchi che restano velleitari nonostante il Palermo conceda campo. Si gioca in venti-trenta metri ma senza uno straccio di gioco, una idea di manovra, cross a casaccio e tutti sul cono del portiere Sorrentino che può fare un figurone evitando interventi decisivi.

A questo proposito vale forse chiudere con un interrogativo: ma chi ha detto che il Palermo di Iachini gioca all'italiana, per tradurre col catenaccio, e ha una difesa molto scarsa? Si prega, cortesemente, Zamparini per primo, di rivedere il giudizio sul suo tecnico e anche sul gruppo. O forse è la serata peggiore del Milan a ingigantire i meriti dei siciliani. A questo punto non ci si può lamentare della scarsa affluenza del pubblico.

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