Decide Messi, con il terzo gol del suo Mondiale. Il resto è conseguenza dell'equilibrio squarciato dalla Pulce: Alvarez raddoppia a inizio ripresa, sfruttando l'errore clamoroso del portiere avversario e poi l'Australia riapre la partita, grazie al tiro di Goodwin deviato da Fernandez. Batticuore finale, all'ultimo dei 7 minuti del solito maxi recupero, Emiliano Martinez nega il pareggio a Kuol (paratissima) e salva l'Argentina. Nel quarto di venerdì, l'asticella contro l'Olanda si alzerà parecchio e un gioco così stiracchiato potrebbe anche non bastare alla Seleccion.
L'Argentina ha qualità, ma finora in Qatar l'ha dispensata a piccole dosi, un po' come Messi, che ha il merito grande, enorme, di fare gol, e che gol, e poi nel secondo tempo, a spazi un po' più larghi, strappa un paio di volte in accelerazioni palla al piede, che scuotono i cuori e regalano emozioni. Mai, prima di farlo all'Australia, aveva segnato in una partita a eliminazione diretta di un Mondiale (dove nel frattempo è arrivato a quota 9, staccando Maradona e soprattutto CR7, entrambi a 8).
Il colpo con cui Leo sblocca il risultato dopo 35 minuti e festeggia le mille gare in carriera è l'unico lampo di un primo tempo molto tattico, non brutto, ma privo di emozioni per l'atteggiamento molto accorto di entrambe le squadre. Primo, non prenderle. E allora tutti dietro la linea del pallone e chissene del pressing. Un gol col solito conosciuto sinistro dal limite dell'area, che si sa che partirà e che però i portieri spesso non riescono a fermare. L'Australia si conferma squadra organizzata molto bene, pur priva di individualità di spicco. Un gruppo di mestieranti del pallone, più secchioni che talentuosi, ma certamente ostici per tutti. Prendono il secondo gol da Alvarez, l'attaccante del City che ha soffiato il posto in squadra al Lautaro nerazzurro (dentro nell'ultimo scorcio di partita, fa in tempo a sprecare due gol alla... Lukaku) perché il portiere s'incespica nel pallone, anche lui, anche loro, traditi dalla moderna ripartenza dal basso.
Scaloni parte col Papu Gomez (scolastico e nulla più) al posto di Di Maria, salvo toglierlo in avvio di ripresa. Il gioco dell'Argentina ormai passa tutto dal 21enne Enzo Fernandez, anima del Benfica e diventato rapidamente indispensabile anche per la Seleccion. Ha calcio, corsa, tempi di gioco, un futuro già scritto da nuovo fenomeno.
Poteva passare da Milano, il Milan l'ha mollato dopo averlo seguito per 6 mesi. Resterà un rimpianto. Poteva essere infine la partita del debutto mondiale di Dybala, scaldatosi a lungo a bordo campo, ma il gol di Goodwin ha suggerito a Scaloni cambi più conservativi.
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