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Mister Still, tutto campo e... videogame

Allena il Reims in Ligue 1 ma si è formato anche con Football Manager sul pc

Nonostante vanti solo 4 titoli nazionali in meno rispetto al PSG, lo Stade Reims non può sfuggire all'etichetta di club di provincia, visto che i momenti di gloria sono terminati con gli anni '60. E per competere dalla provincia contro le big servono soprattutto idee e intuizioni.

La stagione in corso ne ha portate, tanto in campo quanto in panchina. Nel primo caso il colpo di maestro è stato l'arrivo di Folarin Balogun, attaccante classe 2001 che fino alla scorsa estate aveva all'attivo 3 reti da pro, realizzate nella B inglese.

Classico figlio dell'era globalizzata, nato a New York da genitori nigeriani e cresciuto a Londra, Balogun mordeva il freno con i Gunners. Il prestito in Ligue 1 gli ha permesso di sfruttare pienamente la chance richiesta, visto che con 14 gol è attualmente capocannoniere in solitaria del campionato, mettendo in fila il trio stellare Messi-Neymar-Mbappé.

Balogun ha segnato il 54% delle reti della sua squadra, risultando l'attaccante più decisivo per le sorti della sua squadra nei 5 principali campionati europei.

Lo scorso weekend un suo gol ha permesso al Reims di pareggiare al Parco dei Principi, consentendo al tecnico Will Still di mantenere la propria imbattibilità da quando, il 13 ottobre scorso, è subentrato a Oscar Garcia.

Una storia da film quella di Still, passato da video-analista ad allenatore nonostante non abbia ancora ottenuto la certificazione Uefa Pro, tanto che il Reims paga una multa da 25mila euro a gara per tenerlo in panchina senza tutti i requisiti necessari.

Un sacrificio che non poté fare il Lierse nel 2017 quando, per la prima volta, Still fu messo alla guida della prima squadra, nella B belga, ottenendo 7 vittorie consecutive, prima di doversi fare da parte per il mancato possesso del patentino.

Quattro anni dopo divenne il più giovane allenatore nella massima divisione belga del dopoguerra guidando il Beerschot di Anversa, ma anche in questo caso la deroga durò pochi mesi.

Già dalle sue prime esperienze si parlò della sua particolare formazione ottenuta attraverso ore e ore trascorse con il videogioco manageriale Football Manager, anche se la gavetta vera Still l'ha fatta a 19 anni anni come vice-allenatore dell'under-14 del Preston North End.

E su FM ha dichiarato: «Ci ho giocato, certo, ed è un bellissimo gioco. Però rimane tale: un gioco. Ho studiato marketing sportivo e video-analisi al Myerscough College di Preston.

Ma non esiste solo il computer, bisogna stare sul campo, integrare la teoria con la pratica. I giocatori non si muovono con il joypad. Lo dico spesso: senza l'erba del campo sotto i piedi non si potrà mai far bene questo lavoro».

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