Napoli-Ancelotti, è finita: accordo De Laurentiis-Gattuso?

Cala il sipario sull'avventura napoletana di Carlo Ancelotti. Trovato l'accordo tra il presidente De Laurentiis e Rino Gattuso per un contratto di 18 mesi. Manca solo l'annuncio ufficiale, che può arrivare subito dopo la partita con il Genk

Napoli-Ancelotti, è finita: accordo De Laurentiis-Gattuso?

Gennaro Gattuso al posto di Carlo Ancelotti, l'allievo che sostituisce il maestro. È la clamorosa indiscrezione che proviene da Napoli, con il club azzurro atteso martedì sera dall'importantissima sfida di Champions League con il Genk. Basta un pareggio per conquistare gli ottavi di finale. Ma non per salvare la panchina. Chiedere per informazioni ad Ancelotti, destinato - salvo ripensamenti dell'ultim'ora - ora a lasciare il club azzurro. Galeotto l'incontro di lunedì mattina, in gran segreto, tra il presidente De Laurentiis e Gattuso. I due si sono piaciuti subito, tanto che sarebbe già stato trovato un accordo: per l'ex allenatore del Milan contratto di 18 mesi. L'ultimo ostacolo, come da tradizione in casa Napoli, è costituito dai diritti d'immagine. Ma c'è ottimismo.

"Ho sempre la valigia pronta, il destino di chi fa il mio lavoro è questo", aveva detto lunedì Ancelotti nella conferenza stampa pre-Genk, lanciando più di un segnale sul suo futuro. Sempre più lontano da Napoli. E dal Napoli, che quest'anno avrebbe dovuto lottare per lo scudetto. Ma qualcosa si è rotto, in primis il rapporto con la squadra. Oltre a quello con il presidente De Laurentiis, pronto al ribaltone per salvare una stagione iniziata male e proseguita peggio, con una striscia - ancora in corso - di 9 partite senza vittorie.

Logica conseguenza di un ambiente in ebollizione, con la temperatura che si è subito alzata con la polemica tra il presidente da una parte, e il duo Mertens-Callejon dall'altra, sul rinnovo del contratto dei due calciatori. "Vadano in Cina a fare le marchette", l'attacco choc di DeLa. Era il 17 ottobre. Lì sì è rotto qualcosa. La squadra ha cominciato ad annaspare, più in campionato che in Champions. Ma il 5 novembre, dopo la sfida europea con il Salisburgo, la clamorosa decisione di Insigne e compagni di non rispettare il ritiro imposto dalla società. Un ammutinamento bello e buono. A cui Ancelotti non ha partecipato.

Aprendo una voragine tra sé e la squadra. Prima, l'unico giocatore azzurro ad avere un brutto rapporto con il tecnico di Reggiolo era Insigne, tenuto fuori in diverse partite per scelta tecnica. Proprio Lorenzo il Magnifico, approfittando del suo ascendente sui compagni, ha contagiato tutti nella sua crociata contro l'allenatore. Portando all'attuale crisi di risultati. Ma Ancelotti non è esente da colpe. La più importante? Non avere diviso il gruppo tra buoni e cattivi, provando a recuperare gli scontenti e cambiando di continuo la formazione.

Una strategia che non ha pagato. E che, al 99%, gli è costata la panchina. "Ci serve una scintilla per ripartire.

Vinciamo questa col Genk e poi faremo insieme le riflessioni del caso: io e il mio presidente", le sue ultime parole alla stampa. Ma le riflessioni, a quanto pare, sono già state fatte. Il maestro è ai saluti. E l'allievo Gattuso è pronto a prenderne il posto.

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