Di solito in questi casi c'è da fare il discorso del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Cosa resta al Napoli dopo aver mollato il primo posto per la prima volta in questa stagione? Rammarico, certo, anche un pizzico di delusione che però sembrano evaporare di fronte alle circostanze che hanno reso quasi possibile una sfida diretta che sulla carta pareva impossibile. Perché nell'analisi post-Atalanta non possono passare in secondo piano i contrattempi che hanno condizionato il big-match del Maradona che il Napoli non avrebbe mai voluto perdere, per un discorso di autostima soprattutto: confermarsi in vetta alla classifica in piena emergenza, sarebbe stato un segnale fortissimo per sé stessi e per gli altri.
Invece è andata come è andata. Prima era Napoli contro Milano. Adesso sono le milanesi contro il Napoli, costretto a inseguire. Questo è il bicchiere mezzo vuoto, il risvolto inevitabile che ha provocato la sconfitta di sabato sera. Passare da primi a terzi avendo subìto in poche settimane la rimonta di Milan e Inter e veder dimezzato il vantaggio nei confronti dell'Atalanta, è la conferma di una tendenza che va avanti da un mese: ci sono segnali d'allarme che non possono essere trascurati. Nelle ultime sei gare, per esempio, si sono dimezzati i gol segnati rispetto alle prime nove gare, così come sono raddoppiati quelli incassati, addirittura cinque nelle ultime due sfide. Significa che, al netto dell'infermeria intasata, da novembre qualcosa si è inceppato e Spalletti lo sa bene.
Anche se lui continua a fissare il bicchiere mezzo pieno: «Fiero dei miei ragazzi, in emergenza totale abbiamo sfiorato l'impresa contro una squadra di livello europeo come l'Atalanta». Anche questo è vero, mancano cinque titolarissimi, cinque big, in pratica lo scheletro della squadra: Koulibaly in difesa, Anguissa e Fabian Ruiz a centrocampo, Insigne e Osimhen in attacco.
Tanta roba, troppa: e allora? Meditare, riposare, recuperare le forze, ieri giornata di riposo nonostante giovedì ci si giochi tutto in Europa contro il Leicester. Il resto lo farà l'infermeria, Spalletti è sicuro: «Complimenti a Milan e Inter ma per lo scudetto ci saremo anche noi fino alla fine».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.