
È (anche) una questione di soldi. Forse è soprattutto una questione di soldi. Perché ormai da anni il calcio gira intorno alla vil pecunia, essendo finiti i tempi del ricco mecenate che manteneva il giocattolo con le proprie finanze e poco altro. Le società adesso sono aziende vere e proprie, alcune delle quali quotate in Borsa: come tali, sono chiamate a tenere i bilanci in ordine, eventualmente a ricapitalizzare e a rendere conto delle spese. La Juventus non fa eccezione e, anzi, più di altri deve prestare la massima attenzione ai conti: per questo, il ko contro l'Atalanta e una stagione che comunque finirà non potrà che essere considerata fallimentare spaventa proprietà e azionisti. Ieri, tanto per dire, il titolo della società bianconera ha perso il 5% del proprio valore: al netto del disastro accaduto sul prato, si è insomma affiancato anche quello finanziario. E la coppia Giuntoli-Thiago Motta non può non esserne consapevole: diventa quindi obbligatorio arrivare quarti al termine del campionato, pena un peggioramento dei conti e un'ulteriore difficoltà a essere poi competitivi sul mercato.
Insomma: i 65 milioni mal contati che la Champions di quest'anno ha garantito di soli premi Uefa diventano fondamentali da acciuffare anche nel 2025/26. Senza quelli, Motta non salverà il posto e magari qualche riflessione riguarderà anche Giuntoli, il cui operato non ha finora portato i frutti sperati. Senza quelli, poi, non si potrà nemmeno escludere una cessione eccellente nei prossimi mesi: l'indiziato principale sarebbe per ovvi motivi Yildiz, già inseguito da mezza Europa e arrivato a Torino a costo zero. Dopo una stagione così, però, anche il suo valore non è certo aumentato: da crac che avrebbe potuto tranquillamente valere minimo 50 milioni, oggi probabilmente sarebbe valutato non più di 40. Al danno si aggiungerebbe quindi un altro danno, in una spirale negativa pericolosissima alla quale contribuiranno anche i riscatti (più o meno previsti) di alcuni degli attuali bianconeri: Kolo Muani, per esempio, è arrivato in prestito dal Psg per quasi 5 milioni e, se la stessa formula non sarà replicata, ne costerà per lo meno 50. Analogo discorso vale per Conceicao, arrivato dietro esborso di 7 ma destinato a costarne una trentina. Kelly ha addirittura un obbligo di riscatto da 14,5 milioni pagabili in tre esercizi, mentre Veiga è in prestito secco e viene valutato 30 dal Chelsea. Quanto a Nico Gonzalez e Di Gregorio, costeranno complessivamente altri 38 milioni, mica bruscolini.
Dulcis in fundo, va considerata anche la svalutazione di Koopmeiners e Douglas Luiz: pagati 120 milioni la scorsa estate, non hanno reso nemmeno per la metà.Prossimo appuntamento, comunque, la trasferta di Firenze di domenica: forse decisiva per Thiago Motta che, in caso di ko, potrebbe anche essere fatto accomodare altrove.
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